Camusso: 10 maggio mobilitazione nazionale per i precari

19 -04-2012

Una mobilitazione nazionale sul tema della precarietà giovedì 10 maggio. L'annuncia il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nel suo intervento introduttivo al comitato direttivo di Corso d'Italia. Nel ddl per la riforma del lavoro ci sono arretramenti sui precari, quindi la Cgil si impegna a "sostenere una politica di contrasto alla precarietà e le richieste di modifica al provvedimento, perché ai giovani di questo paese si diano delle risposte effettive".Le parole del premier, Mario Monti, sono "gravi per la condizione sociale in cui versa il paese", secondo Camusso. "Al di là del riferimento sgradevole alla Grecia, questo governo è di fronte all'auto dichiarazione che, rispetto ai tre temi che hanno accompagnato il suo insediamento (rigore, equità e crescita), la crescita viene cassata e l’equità non c’e’ mai stata". Così il leader della Cgil ha criticato il governo in un altro passaggio.Si è poi soffermata su Cisl e Uil con l'ipotesi di una mobilitazione unitaria. "Dall'esecutivo della Cisl e dalla direzione della Uil sono arrivate decisioni utili - ha detto - per aprire una stagione di iniziative sui temi della crescita, del fisco e del lavoro. Per questo chiediamo al direttivo un mandato per la costruzione di una piattaforma comune e ad una mobilitazione unitaria che parta dalle parole scelte per il prossimo primo maggio: 'lavoro e crescita, politiche per uscire dalla crisi'".Anche la delega fiscale dell'esecutivo è stata "un'occasione persa". In particolare, è mancata la volontà di "spostare il peso del fisco dai lavoratori e dai pensionati ai grandi patrimoni e alle grandi rendite, specie perché le scelte fatte con la delega fiscale operano un ulteriore spostamento contro il lavoro".Secondo il leader della Cgil, inoltre, "non c'è risposta al lavoro e alle imprese che investono". Sempre in relazione al tema fisco, Camusso ha osservato: "C'è un impoverimento del paese per le persone che rappresentiamo, lavoratori e pensionati. Una gran parte del mondo del lavoro vive, inoltre, di retribuzioni determinate dagli ammortizzatori, mentre, parallelamente, è aumentato il carico fiscale. Da una parte nuove tassazioni, dall'altra l'inflazione crescente si traduce in drenaggio fiscale". Il fisco inoltre "non è solo un tema di giustizia ed equità ma guarda alle politiche economiche e a come si rimette in moto il paese; può essere la molla per determinare il cambiamento della stagione".Susanna Camusso si è infine soffermata sulla situazione della politica e dei partiti. Nessun cedimento al diffuso sentimento di antipolitica, ma la necessità di "una riforma urgente e radicale del sistema dei partiti". Ha quindi aggiunto: "Siamo in una crisi che è la somma, dal punto di vista economico, di quella del '29 e, dal punto di vista politico, di quella del '92. Una caratteristica peculiarmente molto italiana"."È molto facile, anche per noi, essere fautori di una crescita del sentimento dell'antipolitica ma è una responsabilità che non possiamo assumerci", ha sottolineato ribadendo però: "Dobbiamo provare a riaffermare che non c'è democrazia senza i partiti, questo vuol dire rivendicare una riforma radicale del sistema dei partiti tenendo presente che lo sbocco dell'antipolitica è l'assenza di democrazia e soluzioni autoritarie".


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