Depenalizzazione reato stalking, no di Cgil Cisl Uil e centri antiviolenza

18-07-2017 12:09:10

“La sostanziale depenalizzazione del reato di stalking, che entrerà in vigore il 4 agosto, è inconcepibile, così come è inconcepibile che si possa stabilire il risarcimento senza consultare la vittima, ma sulla base di criteri non ben definiti. Non è accettabile, inoltre, che ancora una volta venga scaricato sulla donna il peso della decisione della denuncia irrevocabile, con la conseguenza che molte donne sarebbero portate a non denunciare: infatti, la vittima di episodi minori di aggressività dovrà porsi la domanda se, visto che una volta aperto il procedimento esso andrà avanti d’ufficio, sia il caso o meno di sporgere denuncia”.

Le segreterie regionali di CGIL, CISL, UIL, unitamente alle Associazioni che gestiscono Centri Antiviolenza in Puglia (Associazione Giraffah Onlus, che gestisce il centro antiviolenza “Paola Labriola”, Safya centro antiviolenza di Polignano,  Cooperativa Sociale Comunità  San Francesco,  centro antiviolenza RiscoprirSi, Centro Antiviolenza Renata Fonte in Lecce, Cooperativa sociale C.R.I.S.I., Centro Mobbing e Stalking UIL) hanno espresso con forza, nel corso di una conferenza stampa congiunta, la propria preoccupazione per la mancata modifica dell’art.  162 ter del codice di procedura penale che fra qualche giorno entrerà in vigore e potrà essere applicato ai procedimenti in corso, vanificando di fatto il lavoro svolto fino ad oggi dai centri antiviolenza pugliesi, che hanno accolto le donne e seguito con loro il percorso di rielaborazione dei traumi che le ha autodeterminate a sporgere la  querela.

"Noi non ci fermiamo – ha dichiarato Antonella Morga, Segretario della Cgil Puglia - e quello di oggi è solo il nostro primo grido di allarme. investiremo le segreterie nazionali per fare pressione sul governo affinché intervenga quanto prima e ritiri questo obrobrio legislativo. Chiediamo la convocazione di un Tavolo interministeriale: lavoro, giustizia interni e pari opportunità insieme alle rappresentanze dei centri anti violenze e delle associazioni, per costruire un impegno che deve essere una presa in carico vera del tema della violenza sulle donne”.

“Non possiamo pensare – ha aggiunto Salvatore Castrignanò, Segretario della Cisl Puglia - che per una ragione meramente amministrativa si vanifichi il lavoro di coloro che tutti i giorni, associazioni e sindacato, si impegnano ad essere vicini a donne che hanno subito questo tipo di esperienza e non possiamo immaginare che in un parlamento con un’alta percentuale di donne non si costituisca un trasversale movimento di indignazione rispetto alle modifiche di legge che entreranno in vigore il prossimo 4 agosto. Anche dalla Puglia faremo sentire forte la nostra voce per un consistente cambio di rotta su questo fenomeno”.

“Il lavoro dei centri anti violenza – fa eco Vera Guelfi, responsabile del centro Mobbing-Stalking Uil Puglia – deve essere valorizzato adeguatamente. Lanciamo un appello alle istituzioni affinché facciano sentire, fattivamente, la propria vicinanza a chi affronta un problema così grave quotidianamente, magari attraverso il varo di un piano concreto nazionale antiviolenza, con un reale coordinamento tra Ministeri, con il fine di trovare le risorse necessarie e a creare quella sinergia indispensabile per tutelare davvero le donne”.

“Al di là della questione legislativa, che non condividiamo – ha concluso Maria Pia Vigilante, a nome dei centri anti violenza presenti alla conferenza stampa – mancano le risorse per permettere ai centri anti-violenza, che tutti i giorni operano con dedizione e fatica sul territorio, di svolgere in serenità e con maggiore efficacia e capillarità la propria attività. Inoltre, dobbiamo ancora una volta denunciare l’assenza di politiche concrete che tutelino e garantiscano l’autonomia economica, sociale e occupazionale delle donne, fondamentale per evitare che siano subordinate e costrette a continuare a vivere reiterate azioni violente”.


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