Immigrazione: depositato al Tar il ricorso di CGIL e INCA contro il decreto sul contributo per i permessi di soggiorno

23 -02-2012

“Il tributo chiesto agli immigrati incide sulle persone più deboli ignorandone di fatto la scarsa capacità contributiva, penalizza maggiormente con la sua gradualità di applicazione i lavoratori stagionali, le somme raccolte solo in minima parte vanno ad alimentare il miglioramento dei processi amministrativi a vantaggio del fondo rimpatri e delle misure di pubblica sicurezza”. Lo sostengono Vera Lamonica, segreteria confederale della CGIL e Morena Piccinini, presidente dell'Inca che spiegano così il ricorso depositato presso ill Tar del Lazio.“I costi delle politiche di contrasto alla immigrazione irregolare vengono così addebitati a chi si impegna e si sforza per rimanere nella regolarità e si è avviato al processo di integrazione”.“Come annunciato ieri - dicono CGIL e INCA - è stato depositato presso il Tar del Lazio il ricorso per chiedere l'annullamento del decreto che istituisce il contributo aggiuntivo per i permessi di soggiorno. Promosso da CGIL e dal Patronato INCA, il ricorso si fonda su motivazioni che ne mettono in risalto l'ingiustizia e la illegittimità costituzionale. Il ricorso chiede la sospensione del provvedimento fino al giudizio del Tribunale Amministrativo. Ricorrendo per l'annullamento del decreto 304 del 6 ottobre 2011, la sentenza avrà effetto sulla totalità dei soggetti interessati dalla norma e non, come quando si ricorre per i singoli, sui soli ricorrenti”.


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