Jobs Act, Camusso: firmiamo per un nuovo Statuto dei lavoratori

23 -02-2015

Varata la seconda parte del Jobs Act e archiviate le polemiche sulla violazione del ruolo del Parlamento da parte del governo (con le relative polemiche tra Renzi e la presidente della Camera, Laura Boldrini), la Cgil ribadisce tutte le sue critiche nel merito dei provvedimenti adottati e si prepara alla battaglia per costruire una nuova legislazione dei diritti dei lavoratori. La vera sfida, ha spiegato ieri in un'intervista a Repubblica il segretario generale Susanna Camusso, si chiama nuovo Statuto dei lavoratori.“Si deve fare ogni sforzo - ha detto rispondendo alle domande di Roberto Mania - per ricostruire un diritto del lavoro dopo i danni determinati dalle scelte del governo. Vanno affermati diritti universali di tutti coloro che lavorano indipendentemente dal contratto". Parlando dell’idea del senatore Maurizio Sacconi (ex ministro del lavoro con il governo Berlusconi e da sempre avversario dello Statuto dei lavoratori e che ora parla di Statuto del lavoro, Camusso spiega che il problema non sono i lavori - come sostiene il vero autore delle politiche del governo sul lavoro - il problema sono i diritti di coloro che lavorano. “Nel decreto del governo non c'è alcuna estensione dei diritti e delle tutele. Non cambierà nulla ed è l'ennesima dimostrazione del baratro esistente tra gli annunci e la realtà”. Quella di venerdì, per la leader della Cgil, è stata una giornata molto negativa per le decisioni prese, per la filosofia che si è affermata, per il rapporto che si è stabilito con il Parlamento. “Per i diritti, per i Lavoratori, per i giovani è una giornata da segnare in nero, mi auguro che sarà al più presto cancellata” . Come reagirà ora la Cgil? “Continueremo la mobilitazione, con tutte le forme necessarie. Le ho detto: va ricostruito un diritto del lavoro. Dobbiamo mettere in campo una campagna che parli a tutto il Paese”. Per difendere il vecchio Statuto del 1970?, chiede Roberto Mania: “A parte che, per fortuna, non è stato ancora del tutto smantellato, pensiamo che ci voglia una legge universale che riconosca a tutti g li stessi diritti perché non è vero che per riconoscere la modernità si debbano cancellare i diritti. Raccoglieremo le firme su questo per una legge di iniziativa popolare”. Quando sarà pronta la proposta legislativa? “Ci stiamo lavorando e coinvolgeremo il maggior numero di lavoratori, persone, associazioni, studiosi possibile”.

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