Lavoro: CGIL, FLAI e FILLEA, prosegue la battaglia contro il caporalato e per la crescita

17 -11-2011

Sanzioni per i datori di lavoro che utilizzano il caporalato e tutele per i lavoratori che denunciano situazioni di irregolarità e sfruttamento. Sono questi i due punti alla base della battaglia che la CGIL, la FLAI e la FILLEA stanno portando avanti da quasi un anno con la campagna 'STOPcaporalato'. L'iniziativa di oggi a Roma, non solo è stata un'occasione per fare il punto sull'andamento della campagna, che ha ottenuto un primo importante risultato attraverso l'inserimento, all'interno della manovra di agosto, del Disegno di legge che riconosce la gravità del reato di caporalato e lo punisce con l'arresto e pene severe, ma anche un modo per dire che, a questo punto “è necessario ancora un passo avanti”.

Il fenomeno del caporalato nel settore agricolo e dell'edilizia, come ricordato più volte nel corso dell'iniziativa, è un fenomeno “nazionale”, diffuso su tutto il territorio italiano e riguarda in particolare i migranti, soggetti maggiormente ricattabili soprattutto dopo l'introduzione del reato di clandestinità, ma in un periodo di crisi come quello che il nostro paese sta attraversando, coinvolge sempre più anche i cittadini italiani. Il termine caporalato porta in sé anche quello di illegalità, e quindi, criminalità organizzata, lavoro nero e grigio, evasione ed elusione fiscale e contributiva, tutti fenomeni contro i quali, secondo il sindacato “bisogna continuare a lottare se si vuole uscire dalla crisi”.

“Il paese non cresce se non c'è sviluppo e questo deve essere all'insegna della legalità” ha affermato Walter Schiavella, Segretario Generale della FILLEA CGIL ricordando come “tre anni di ricette sbagliate hanno portato il paese nel baratro e il settore delle costruzioni al disastro”. Per il leader del sindacato degli edili, oggi “non si possono riproporre le soluzioni che hanno fallito in Italia come all'estero. Per l'edilizia – ha spiegato il dirigente sindacale - la ricetta fallimentare di questi anni si può riassumere così: zero investimenti e deregolazione selvaggia”. Secondo Stefania Crogi, Segretario Generale della FLAI CGIL, la campagna 'STOPCaporalato' ha come obiettivo anche quello di “rivisitare il mercato del lavoro agricolo, riportandolo in ambito pubblico. Creare, cioè – ha spiegato - un posto pubblico in cui chi cerca lavoro possa candidarsi e prenotarsi e chi ha bisogno di manodopera possa attingervi”. Il tutto, ha proseguito la leader della FLAI CGIL dovrà essere legato con un sistema di ricompense: “dal punto di vista fiscale per le imprese che ne usufruiranno, e con una trasparenza ed un diritto di precedenza per coloro che si candideranno". Un sistema che, ha sottolineato Crogi "dovrà essere controllato e valorizzato dalle organizzazioni sindacali”. Questo, ha concluso “è il nostro programma per il 2012 nel cammino della legalità”.

“Rendere esigibile la norma che è stata introdotta nella manovra di agosto” e quindi, “cambiare la Bossi-Fini” al fine di garantire i lavoratori migranti, che sono i più colpiti dal fenomeno del caporalato, e poi, “occorrono sanzioni per le imprese che utilizzano il caporalato”. E' quanto ha affermato Susanna Camusso, Segretario Generale della CGIL che ha ricordato come oggi il caporalato sia un fenomeno che comincia a riguardare anche il lavoro di trasformazione e dei servizi “perchè – ha detto - c'è una relazione tra diffusione del caporalato e diffusione della criminalità organizzata”, che subentra per mancanza di regole. Camusso ha parlato del lavoro sotto caporale come di “una forma moderna di schiavitù” che mette in discussione la “civiltà di questo Paese”. “Per noi – ha avvertito il Segretario Generale della CGIL - il tema non è mai quanti sono questi lavoratori sfruttati, perchè fosse anche uno solo, la civiltà di questo Paese dovrebbe volere che nessuno lavori più in condizioni di schiavitù”. A questo proposito la leader della CGIL ha annunciato che il 2012 sarà l'anno della legalità, ricorrono infatti i 20 anni dalla morte di Falcone e Borsellino, “perchè la legalità ci ricorda i diritti fondamentali dei lavoratori”. Secondo Camusso il nuovo Governo, che si sta formando in queste ore, dovrà varare provvedimenti che, ha sottolineato “non costano nulla” e che vadano proprio nella direzione della legalità, della lotta al sommerso, alla criminalità organizzata e all'evasione fiscale. “La CGIL - ha concluso Camusso – è pronta a festeggiare ogni risultato e a contrastare ogni fallo”.

Le modalità. La campagna proseguirà nei prossimi mesi con iniziative di sensibilizzazione su tutti i territori e in particolare nei luoghi in cui il fenomeno del caporalato è maggiormente diffuso: nelle campagne, nei cantieri, e nelle piazze dove operano 'i mercanti di braccia'. A questo scopo la CGIL, la FLAI e la FILLEA hanno predisposto un volantino multilingue che verrà distribuito ai lavoratori migranti ed una cartolina da inviare al Presidente della Repubblica.

Per la CGIL, la FLAI e la FILLEA è necessario dunque continuare ad intervenire su: il sistema delle imprese, che se utilizzano manodopera illegale devono essere sottoposte a pene severe; i lavoratori, costruendo una rete di protezione che li accolga e li sostenga nel denunciare i caporali. In particolare, i lavoratori extracomunitari, privi di permesso di soggiorno che rischiano l'espulsione nel caso in cui denunciano il loro sfruttatore; infine, i controlli, i cui strumenti devono essere rafforzati insieme a quelli di contrasto ad ogni forma di irregolarità del lavoro e della sicurezza.


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