Referendum Cgil, in Puglia sono già  patrimonio diffuso

02-02-2017 11:44:13

Due referendum, per la cancellazione dei voucher e la responsabilità solidale negli appalti, promossi dalla Cgil, ma che in Puglia sono già patrimonio sociale diffuso. Associazioni studentesche come Link, Uds e Rete della Conoscenza; e ancora Legambiente, tante comunità di stranieri operanti sul territorio, i Padri Comboniani. Stanno aderendo in tanti - coordinati dalle Camere del lvoro in stretto rapporto con la confederazione regionale - ai gruppi di sostegno ai referendum popolari per il lavoro 2017.

“Siamo una comunità allargata che vuole rappresentare il disagio e la sofferenza che vive il mondo del lavoro dopo venti anni di politiche sbagliate e ingiuste”, spiega Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil pugliese. “Nonostante la macchina organizzativa sia già in moto da giorni abbiamo voluto lanciare ufficialmente la campagna elettorale per illustrare ai media e all’opinione pubblica le ragioni che hanno spinto la Cgil a promuovere tre referendum, perché per noi per quanto bocciato dalla Consulta il tema dei licenziamenti e dell’articolo 18 resta a pieno titolo nel dibattito che porteremo nei luoghi di lavoro e nelle piazze”.

Una conferenza stampa nella sede regionale affollata da tante personalità del mondo dell’associazionismo, dell’università, della cultura pronti a sostenere i referendum della Cgil. Non solo sigle quindi: dal presidente delle Acli Puglia, Antonio Di Donno, all’ex presidente del Tribunale di Bari, Vito Savino. Economisti come Michele Capriati e Francesco Prota; giuslavoristi quali Vito Leccese e Vincenzo Bavaro; ancora, Nicola Colaianni, decano del diritto ecclesiastico; storici, Mario Spagnoletti e Vito Antonio Leuzzi; sociologi, Leo Palmisano, Letizia Carrera, Onofrio Romano. E poi attori e musicisti come Antonio Stornaiolo, Vito Signorile, Felice Mezzina.

E non potevano mancare le testimonianze dei lavoratori, quelli direttamente interessati dai quesiti proposti dalla Cgil: Roberta Mercedes, dipendente di un call center facente capo a una multinazionale che gestisce la più grande commessa pubblica legata ai servizi di assistenza telefonica di Inps, Inail ed Equitalia. Un appalto in scadenza “e in attesa del bando di gara viviamo con ansia il possibile esito cui sono legati i destini di centinaia di lavoratori”. E ancora Pietro Barile, testimone del dramma “dei cambi di appalto che vivono i lavoratori dell’igiene ambientale, costretti spesso a inseguire aziende e diritti da un passaggio all’altro”.

Referendum molto sentiti nella Puglia terra dei voucher, la regione del Mezzogiorno con il numero più alto di buoni lavoro venduti, 6,2 milioni nel 2016. “Siamo a più 20 per cento rispetto al 2015 e più 200 per cento rispetto al 2014 – spiega Gesmundo -. Interessano oltre 100mila lavoratori, la metà di questi sotto i 29 anni. A leggere tra le cifre si intuisce cosa è accaduto: la metà dei voucher è stata venduta nel settore del turismo e dei servizi connessi. Lì dove prima si assumeva magari con contratti stagionali che davano almeno il modo di accedere alla disoccupazione, ora si va di voucher. E se quelli venduti mediamente sono 43 per lavoratore, capiamo bene come invece di far emergere lavoro nero hanno affossato lavoro buono. Così come assistiamo, cessata la decontribuzione totale, al calo di assunzioni a tempo indeterminato e stabilizzazioni. Saremo in campo forti della nostra organizzazione, dei nostri iscritti e delegati, ma non saremo soli perché c’è una comunità che assieme alla Cgil crede sia giunto il momento che i diritti e il lavoro - buono, sicuro, di qualità - tornino al centro del dibattito politico. Solo così possiamo invertire la tendenza recessiva che soprattutto al Sud parla di povertà crescenti e grave disagio sociale”.

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