Sviluppo Puglia, Cgil: preoccupati per ritardi spesa fondi comunitari

Fa tappa in Puglia la campagna Cgil del progetto "Laboratorio Sud". Conferenza stampa mercoledì 12 alle ore 9.30 presso la Camera del Lavoro di Bari presente il segretario nazionale Gianna Fracassi. Saranno distribuiti i dati sullo stato di utilizzo delle risorse comunitarie (Fesr – Fse) e quelle derivanti dal Fondo di Sviluppo e coesione e dal Patto per la Puglia

10-07-2017 13:08:26

Raccogliere le istanze dei territori rispetto allo sviluppo economico e produttivo delle aree meridionali e condividere proposte e strumenti. E’ questo l’obiettivo della campagna itinerante del progetto “Laboratorio Sud” della Cgil nazionale che nei giorni 12, 13 e 14 luglio farà tappa in Puglia, con la presenza del segretario nazionale con delega al Mezzogiorno, Gianna Fracassi.

Mercoledì 12 alle ore 9.30 conferenza stampa di presentazione presso la Camera del Lavoro di Bari, nel corso della quale la Cgil Puglia presenterà una puntuale elaborazione sullo stato di utilizzo delle risorse comunitarie (Fesr – Fse) e quelle derivanti dal Fondo di Sviluppo e coesione e dal Patto per la Puglia. “A metà del ciclo di programmazione dei Fondi comunitari 2014-2020 – commenta il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo – siamo estremamente preoccupati per i gravi ritardi di spesa che si stanno accumulando. Come Cgil intendiamo portare avanti un confronto serrato con le istituzioni a partire dalla Regione Puglia affinché si acceleri la spesa delle risorse avendo però stessa attenzione alla qualità degli interventi, ciò che fa la differenza rispetto ai risultati che si ottengono”.

Un caso eclatante è quello del Piano di Sviluppo Rurale, che per ammissione della stessa Autorità di gestione al 31 maggio aveva prodotto una spesa soltanto del 2,5% dell’intero programma – al netto del finanziamento di interventi della passata programmazione -, cioè 40 milioni su 1,63 miliardi di euro. “Così come non lascia tranquilli – aggiunge il segretario generale della Cgil Puglia - l’attuazione del Fesr-Fse laddove a fronte di 7,1 miliardi di euro l’impegno di spesa dichiarato è di 2,4 miliardi ma gli interventi effettivamente avviati non raggiungono i 700 milioni”.

La tre giorni di “Laboratorio Sud in Puglia” è stata organizzata con focus territoriali attraverso incontri con la stampa e i gruppi dirigenti del sindacato: il 12 a Bari per l’area metropolitana e la Bat, il 13 a Foggia per la Capitanata, il 14 a Lecce per l’area del Salento, perché ovvio che i ritardi sulla spesa delle risorse sono trasversali ai territori, ma vi sono alcune specificità che fanno gridare allo scandalo in termini di opportunità che non si stanno cogliendo con celerità, utili a migliorare la qualità dei territori, della vita dei cittadini, a creare nuova occupazione e condizioni di sviluppo”.

Su Bari e area metropolitana la Cgil segnala “la mancanza di progettualità o avvio dei lavori sia di importanti infrastrutture ferroviarie e stradali che del Fse e del Patto per Bari, per affrontare una situazione di fragilità sociale che meriterebbe maggiore attenzione da parte di tutti. Del tutto inattuata è la linea che riguarda il potenziamento degli asili nido, così come gli interventi a sostegno di anziani e disabili, le risorse destinata alla rigenerazione urbana, interventi per la riduzione del disagio abitativo. Così come sugli interventi per la sanità territoriale, dove gran parte del miliardo a disposizione intercetta proprio interventi nell’area metropolitana”. Per la Bat, invece “segnaliamo i ritardi di Ferrotranviaria spa nella spesa dei 41 milioni di euro della Regione stanziati ad agosto 2016 per il raddoppio della Corato-Andria o ancora il mancato avvio dell’ammodernamento della stazione di Barletta, finanziato con 4 milioni o, ancora, l’avvio dei lavori per 56 milioni per l’Acquedotto del Fortore-Locone”.

Nel Salento, “chiediamo che in riferimento al Patto per Taranto si esca dalla fumosità e ci si apra a un terreno di confronto con un tavolo istituzionale con forze sociali, per attivare finanziamenti disponibili, in un quadro strategico che possa dare risultati circa l’istituzione della Zes – la Zona economica speciale, che va costruita con un progetto di sviluppo dell’intero territorio tarantino, pensando a una retroportualità che arrivi fino a Brindisi, che potenzi quindi le infrastrutture a partire da quelle di trasporto, in modo da rispondere a esigenze cittadini e serventi a sviluppo turismo per tutto il Salento”. In tal senso, “sono incomprensibili i ritardi delle Ferrovie Sud Est circa l’utilizzo delle risorse regionali: 38 milioni per l’adeguamento della rete e 25 milioni per l’acquisto di nuovi treni”. Ancora, “vanno utilizzate le risorse per la salvaguardia della costa e quelle per il risanamento ambientale di Brindisi, che deve essere davvero una delle priorità di intervento”.

Su Foggia attenzione in particolare alle aree interne e allo sviluppo dell’agroalimentare. “E’ scandaloso che a distanza di un anno dalla concessione dei finanziamenti – la denuncia della Cgil – non sia stato speso un solo euro dei 150 milioni a disposizione dei Comuni per la mitigazione del rischio idrogeologico. Non una gara d’appalto è stata fatta. Così come zero dei 27,5 milioni per la prevenzione del rischio sismico e per la sicurezza degli edifici pubblici a partire dalle scuole, soldi resi disponibili grazie al confronto con il partenariato sociale”. Quanto alle risorse per l’agroalimentare, “serve una strategia che faccia della Capitanata non più terra di caporalato ma area propulsiva per tutta la regione per un’agricoltura innovativa e di qualità”.

Nello stesso tempo “ci sembrano poco più che spot le misure contenute nel Decreto Sud. Bene ma tutte da costruire le misure per il recupero delle terre abbandonate, così come va evitato che le Zes diventino occasione di guerre localistiche”. Occorre piuttosto “inserire il Mezzogiorno in un percorso virtuoso di crescita con misure strutturali e durature”.

“Vogliamo contribuire attivamente – conclude Gesmundo – a proposte per rilanciare il territorio regionale. Non partiamo da zero, abbiamo la nostra piattaforma programmatica ‘Sviluppo. Lavoro. Ambiente’ presentata a gennaio a Taranto, che fa sintesi delle analisi e delle proposte dei territori. Ora dobbiamo incalzare tutti gli enti di spesa perché questa regione non può permettersi di perdere un solo euro a disposizione, né di spenderlo nel modo sbagliato”.


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