52 crisi nel 2017. Mancano politiche industriali, cancellare jobs act e altre leggi ingiuste

08-02-2018 11:38:33

Il giorno 6 febbraio 2018 si è tenuta a Bari la riunione del Comitato Direttivo regionale della FIOM CGIL Puglia con la partecipazione della segreteria Nazionale della FIOM.

Sia la relazione introduttiva del segretario regionale FIOM Giuseppe CILLIS sia  gli  interventi dei delegati e dei segretari territoriali che le conclusioni del segretario nazionale Michele DE PALMA hanno rimarcato la situazione di difficoltà che attraversa il settore metalmeccanico in Puglia con effetti negativi sull’occupazione.

Nel corso del 2017 nel settore metalmeccanico pugliese si sono aperte 52 nuovi casi di crisi industriale con richiesta di accesso agli ammortizzatori sociali da parte di 52 imprese localizzate in tutte le province del territorio regionale anche se in numero maggiore in provincia di Taranto (22) e di Brindisi (10) e in numero minore nelle altre province (Bari 8, Foggia 6, Barletta-Trani 5, Lecce 1).

Si tratta di 7.300 lavoratori coinvolti su un totale di 15.500, concentrati per l’85% tra imprese delle province di Taranto e di Bari.

Secondo gli ultimi dati INPS disponibili, riferiti all’insieme dei comparti metalmeccanici, in Puglia l’occupazione dipendente nel 2015 è risultata pari a circa 60 mila addetti, ma solo tra il 2009 e il 2013 la perdita occupazionale è stata di 8 mila unità.

La situazione sociale, industriale e occupazionale che attraversa il Paese e in particolare il Mezzogiorno d’Italia resta allarmante in quanto la crisi finanziaria partita negli Stati Uniti nel 2008 ha accentuato i limiti del modello di sviluppo “neoliberista”, affermatosi negli anni 90 del secolo scorso, basato sulla finanziarizzazione dell’economia e della centralità del mercato che andava sotto il nome della “globalizzazione”, da questo punto di vista è necessario che lo STATO recuperi un ruolo di indirizzo e partecipazione diretta nelle politiche industriali del Paese per rilanciare i ruoli strategici di interi settori come Siderurgia, Automotive Aerospazio etc.

In questo quadro i governi italiani con disposizioni legislative approvate dal

Parlamento italiano (legge FORNERO, JOBS ACT, AMMORTIZZATORI SOCIALI, ALTERNANZA SCUOLA LAVORO) sono intervenuti pesantemente sulla condizione presente e futura di milioni di lavoratori, riducendo sia i diritti nel lavoro con la modifica dell’artico 18 che le tutele degli ammortizzatori sociali, in termini di durata e di prestazione economica fino al punto che oggi per le imprese costa meno licenziare che ricorrere alla cassa integrazione.

E’ intollerabile che le disposizioni legislative di questi anni abbiano avuto un tratto ben preciso, ovvero quello di spostare il campo delle tutele esclusivamente dal lato delle imprese a danno dei lavoratori. In questo modo il lavoro è stato relegato sempre più a variabile dipendente e reso totalmente subordinato al mercato e alla finanza.

E’ evidente che le sole regole del mercato non sono sufficienti ma che c’è bisogno di riattivare il ruolo della politica pubblica come elemento democratico e regolatore delle trasformazioni.

Il Comitato Direttivo FIOM CGIL Puglia nel richiamare ad un impegno forte tutti i METALMECCANICI per  la vigilanza democratica, insieme a tutte le organizzazioni antifasciste, per contrastare le cause culturali e sociali che hanno determinato la riorganizzazione di forze  neofasciste e naziste in Italia e in Europa ritiene necessario continuare con la mobilitazione per cambiare le disposizioni legislative che penalizzano fortemente i lavoratori a partire dalla Legge FORNERO, dal JOBS ACT, e dalla nuova normativa sugli AMMORTIZATORI SOCIALI.

Il Comitato Direttivo FIOM CGIL Puglia unitamente alle segreterie territoriali e le  RSU  organizzerà iniziative (assemblee, volantinaggi, etc)  su tutto il territorio regionale per  continuare a informare i lavoratori e le lavoratrici e costruire iniziative sindacali con l’obiettivo di   CAMBIARE  le leggi e le politiche economiche e sociali realizzate  dai Governi e approvate dal PARLAMENTO in questi anni e per CHIEDERE al NUOVO PARLAMENTO di riaffermare la stabilità del lavoro e un modello sociale basato su una REALE cooperazione tra i veri produttori della ricchezza cioè i LAVORATORI, che metta al centro la SOLIDARIETA’, la GIUSTIZIA SOCIALE l’UGUAGLIANZA e la DEMOCRAZIA SINDACALE.


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