Agricoltura, protocollo per la certificazione etica: plauso di Cgil e Flai

25 -06-2014

Le segreteria provinciali della Camera del Lavoro Territoriale di Foggia e della Flai Cgil di Capitanata esprimono la propria soddisfazione per la stipula del protocollo d’intesa per l’adesione al programma per la “Certificazione etica regionale”, intesa siglata questa mattina in Prefettura tra le organizzazioni datoriali delle imprese agricole, le organizzazioni dei produttori, i sindacati, le industrie di trasformazione, le associazioni di settore della distribuzione commerciale, le organizzazioni dei consumatori, alla presenza dell’assessore regionale alla Legalità Guglielmo Minervini.

 

“Il protocollo – commentano i segretari generali di Cgil e Flai, Filomena Trizio e Daniele Calamita – si aggiunge alle azioni strategiche sostenute dal sindacato e promosse dalla Regione Puglia per garantire un mercato del lavoro nel settore primario caratterizzato da legalità, rispetto dei contratti e trasparenza, assieme ponendo le basi per un’accoglienza dignitosa delle migliaia di lavoratori migranti che arrivano in Capitanata nella stagione delle grandi raccolte”.

 

Un protocollo ambizioso “che per la prima volta accoglie quella visione d’insieme del settore agroindustriale da sempre sostenuta dalla Cgil quale approccio indispensabile per debellare il fenomeno del caporalato, dello sfruttamento, della concorrenza sleale tra le imprese, con le gravi ricadute in termini di illegalità, evasione contributiva, impoverimento complessivo dei lavoratori e del territorio”.

 

L’auspicio di Cgil e Flai “è che tutti gli attori firmatari del protocollo sostengano le azioni oggetto del Protocollo. Da Capitanata terra di sfruttamento e negazione dei diritti possiamo fare della nostra provincia il primo laboratorio sperimentale per un’agricoltura etica, sostenibile, legale, rispettosa dei diritti, con un vantaggio in termini di immagine e anche commerciale per quelle imprese che aderiscono al patto. Di contro, per evitare azioni di dumping che minerebbero tali azioni a svantaggio di chi sceglie di aderire a percorsi di legalità, vanno intensificate le azioni di controllo e di repressione di chi vìola le norme e non rispetta i contratti”.


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