In occasione della giornata internazionale della Donna, venerdì 8 marzo, alle ore 18, si terrà, al Teatro comunale di Nardò, un'iniziativa provinciale della Cgil promossa e organizzata dalle categorie: Fisac Cgil Lecce, Spi Cgil Lecce, Auser provinciale, Lega Spi Cgil Nardò, Auser Neretum, con il patrocinio del Comune di Nardò e della commissione cittadina per le pari opportunità.
La manifestazione si intitola “Contro la violenza non lasciamoci sole” e prevede questo programma: introduzione musicale con Le Donne e i canti di Lavoro (coro diretto da Giusy Zangari).
Seguiranno gli interventi di: Paola Boccardo, segretaria Generale Fisac-CGIL Lecce, Marcello Risi, sindaco di Nardò, Angela Leuzzi, presidente Auser provinciale, Rosanna Maragliulo, segretaria Spi Cgil Puglia.
La manifestazione si concluderà con lo spettacolo della Compagnia Teatrale Controscena dal titolo “Riflessioni”, tratto dal libro “Malamore - Esercizi di resistenza al dolore” di Concita De Gregorio, e con l’intrattenimento musicale a cura di Marco Tuma e Raoul De Razza.
L'iniziativa tenta di ripercorrere e rievocare la storia della donna, raccontata attraverso i canti di lotta e di lavoro e attraverso la rappresentazione di una condizione femminile che, ancora oggi, può definirsi di sofferenza e umiliazione. Sullo sfondo di una violenza, che non è solo quella fisica, anche se quest'ultima ne rappresenta la forma più grave e allarmante.
Rilanceremo l’appello sulla necessità di ratificare la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, sull’importanza dei centri antiviolenza, sulla necessità di fare prevenzione, soprattutto attraverso un percorso culturale che consenta una presa di coscienza collettiva, un “patto” per un nuovo mondo comune. Un patto fra uomini e donne che sono e si considerano pari, una nuova cultura della convivenza basata sull’uguale riconoscimento reciproco di libertà e dignità.
L'assurda logica che si ripropone, nei secoli, è quella dei corpi femminili e dei poteri maschili, accompagnata dal tentativo subdolo di ridurre la donna a un corpo muto, che arriva, nei casi estremi, al femminicidio e quindi alla negazione assoluta dell'esistenza femminile. La necessità di individuare forme di reazione a un modello culturale inaccettabile, partendo dal percorso delle donne, nel lavoro e nella Storia Democratica e Repubblicana di questo Paese, è il messaggio che la Cgil vuole lanciare e sottoporre alla riflessione di tutti.
Dbbiamo costruire una nuova storia che vuole raccontare di un processo di democratizzazione nel quale la donna e l’uomo divengono cofondatori della cittadinanza universale stringendo un patto di non discriminazione, fondato sulla valorizzazione e sul rispetto delle persone, delle competenze.
Il rispetto del corpo femminile deve entrare nel lessico comune e nell’educazione: dobbiamo trasferire alle nuove generazioni, che sono poi i nostri figli, una nuova cultura e per farlo dobbiamo diventare attori della nostra storia dove la valorizzazione del proprio io passa necessariamente attraverso la consapevolezza del valore intrinseco delle differenze di genere come arricchimento di tutti.
Cambiare è possibile, ma richiede il coinvolgimento di tutta la società, soprattutto degli uomini.
Così come è necessario che le donne non si sentano sole, ma ritrovino insieme la forza della comune lotta contro ogni forma di sopraffazione e di violenza.