"Firmando questo protocollo oggi noi facciamo una scelta di grande responsabilità che deve però accompagnarsi necessariamente e inderogabilmente alla condivisione di un percorso che sappiamo già essere complesso ma che dovrà articolarsi a livello regionale e territoriale. La firma di questo accordo, frutto di un intenso confronto tra i tre sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, le categorie della sanità e dei pensionati, gli assessorati alla Sanità e al Welfare, così come è importante aver posto le basi per un calendario di incontri di monitoraggio con assessorati e direzioni Asl a partire da questo mese,monitoraggio che in questi anni è mancato."
Lo dichiarano Gesmundo (Cgil) Castellucci (Cisl) e Ricci (Uil) a margine dell’incontro in Regione Puglia e della sottoscrizione del protocollo in materia di sanità e welfare.
“Tuttavia l’intesa odierna non ci tranquillizza sul futuro della sanità pugliese sulla quale gravano ombre e luci. La copertura del disavanzo sanitario attraverso lo sblocco degli avanzi vincolati emersi dal rendiconto 2022 - continuano Gesmundo Castellucci Ricci - ha scongiurato l’aumento delle tasse in capo ai cittadini e il taglio di alcuni servizi essenziali ma ha spogliato il sistema sanitario che oggi risulta ancora più fragile. Non ci sono più risorse alle quali attingere e questo potrebbe minare la tenuta del sistema sanitario pubblico. Non parliamo di uno scenario a lungo termine, già la tenuta sanitaria dell’anno in corso ci sembra a rischio. Per oltre due anni sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità si è sorretta non solo la battaglia contro il Covid, ma la tenuta dell’intero Paese che si è dovuto fermare per una pandemia senza precedenti di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze. Tutte le lavoratrici e i lavoratori chiamati prima eroi, rischiano di essere dimenticati. Per anni hanno sopperito e tuttora sopperiscono alle carenze di personale con turni massacranti e un carico di lavoro ai limiti della sopportazione”.
“La grave mancanza di personale nella sanità non viola solo le tutele e i diritti di lavoratrici e lavoratori del settore, ma mette anche a repentaglio la sicurezza sul posto di lavoro e di conseguenza la qualità del servizio erogato ai cittadini in uno dei settori più sensibili. Gli effetti della pandemia hanno evidenziato inoltre una limitata assistenza territoriale, in particolare quella rivolta agli anziani e alle fasce sociali più deboli, è a rischio il diritto alla cura dei cittadini”.
“La situazione del comparto sanitario è complessa e delicata e come ci ha insegnato la pandemia, se il sistema sanitario non regge, il Paese cade e ciò vale soprattutto nel Mezzogiorno. Gli effetti di questa situazione si riverseranno a cascata sull’intera società non solo sul comparto sanitario. Ci aspettiamo la piena applicazione del protocollo sottoscritto con le relative risposte del Governo regionale e che siano in grado di rassicurarci sul futuro della sanità pugliese. Ecco perché la mobilitazione regionale al fianco delle categorie proseguirà, così come andrà avanti la mobilitazione nazionale, che ci vedrà in piazza a Napoli il 20 maggio, che ha tra le proprie rivendicazioni la garanzia del diritto alla salute per tutti”.