AIOP e ARIS negano rinnovo CCNL, 23 settembre il personale sciopera

isattesi gli impegni assunti da AIOP e ARIS per la sottoscrizione del contratto unico di settore per i lavoratori che operano nelle Residenze Sanitarie Assistenziali e Socio-assistenziali e per il rinnovo di quello della Sanità privata – dichiarano Luigi Lonigro e Gigia Bucci, rispettivamente Segretario Generale FP CGIL Puglia e Segretaria Generale della CGIL Puglia. Infatti, le trattative sono fermenonostante i contratti di lavoro siano ormai scaduti da tempo: 12 anni per gli operatori delle RSA e quasi 6 anni per quelli della Sanità privata.

È inaccettabile assistere a datori di lavoro che negano il diritto al rinnovo del CCNL con un tasso di inflazione che ha eroso pesantemente il potere d’acquisto dei lavoratori in questi ultimi anni.

Per il personale delle RSA che applicano il CCNL AIOP RSA e ARIS RSA – ricordano Lonigro e Bucci - ci siamo più volte mobilitati, i lavoratori hanno anche scioperato e, tra ottobre e gennaio scorsi, sono stati persino sottoscritti due accordi ponte con l’obiettivo di stipulare entro giugno 2024 il Contratto Unico di settore, in modo da mettere fine a 12 anni di blocco della contrattazione e garantire l’adeguamento delle retribuzioni, ma AIOP e ARIS hanno deciso di non rispettare gli impegni che avevano assunto. 

Per i lavoratori della Sanità privata la situazione non è certamente migliore. Infatti, dopo aver atteso 14 anni per ottenere l’ultimo rinnovo del CCNL sottoscritto nel 2020 ma riguardante il triennio 2016-2018, dopo aver conquistato il riallineamento delle retribuzione del personale della sanità privata a quello del comparto pubblico, si ripiomba nuovamente nel baratro della disperazione con il personale della sanità privata fermo al CCNL 2016-2018 e quello del pubblico che ottiene prima il rinnovo del CCNL per il triennio 2019-2021 e ora sta già contrattando per il rinnovo del CCNL 2022-2024. 

È inaudito – dichiarano Lonigro e Bucci – assistere ad associazioni datoriali come AIOP e ARIS che con una inflazione così alta decidono di privare oltre 200.000 lavoratori dell’adeguamento delle retribuzioni al costo della vita.

Per questo, il prossimo 23 settembre, le lavoratrici e i lavoratori che prestano la propria attività lavorativa nelle strutture AIOP e ARIS scenderanno in sciopero per far valere il proprio diritto al rinnovo contrattuale.

Anche nella nostra regione, come avverrà nelle altre regioni italiane, in occasione dello sciopero nazionale indetto da FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, si terrà una manifestazione a carattere regionale sotto la sede AIOP Puglia, in via Gentile 61 a Bari.

Ad oggi – continuano Lonigro e Bucci - la trattativa non si è aperta a livello nazionale perché le associazioni datoriali AIOP eARIS vincolano l’apertura alla garanzia di copertura delle risorse da parte del Ministero e delle Regioni. 

In pratica, affermano i rappresentanti AIOP e ARIS, se prima non si ha certezza sui soldi non si apre alcuna trattativa, utilizzando in questo modo i lavoratori come arma di ricatto per l’adeguamento delle tariffe. Un atteggiamento che non può essere assolutamente tollerato, perché i lavoratori hanno diritto al rinnovo contrattuale e questo non può essere preventivamente condizionato dall’ottenimento di ulteriori risorse da parte delle Istituzioni.

Stiamo parlando di un comparto che a livello nazionale conta oltre 200.000 operatori che svolgono un servizio pubblico, seppur gestito da aziende private, garantendo il diritto alla salute, che è un diritto costituzionalmente tutelato. 

Le rivendicazioni di questi lavoratori vanno sostenute e pienamente riconosciute, perché la sanità privata che è un segmento importante del SSN, universalistico e pubblico, deve garantire gli stessi standard nell’assistenza sanitaria con eque retribuzioni, altrimenti non ha ragione di esistere. 

La mobilitazione – concludono Lonigro e Bucci - andrà avanti sino all’ottenimento del rinnovo contrattuale per la Sanità privata e del contratto unico di settore per le RSA. L’indifferenza manifestata dalle associazioni datoriali nei confronti di questo personale e la negazione del diritto al rinnovo contrattuale troveranno la giusta risposta nella partecipazione dei lavoratori alla giornata di sciopero.