Una nota dei segretari generali di Cgil e Slc Puglia, Pino Gesmundo e Nicola Di Ceglie, sugli effetti della riassegnazione delle frequenze
“Un patrimonio storico, di presidio informativo locale e assieme di capacità produttive e occupazionali, che non può essere abbandonato a sé stesso o disperso. Per questo chiediamo un tavolo urgente alla Regione Puglia per studiare quali misure è possibile intraprendere a sostegno delle emittenti locali”. È la richiesta che lanciano Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia, e Nicola Di Ceglie, segretario generale della Slc Cgil Puglia, rispetto alla concreta possibilità per cui, in aree importanti della Puglia - in particolar modo nelle province di Taranto, Foggia e Lecce - la nuova distribuzione delle frequenze televisive rischia di dare un colpo pesante alla informazione locale.
Infatti, nell’ambito del processo di liberazione delle frequenze Uhf da 694 a 790 Mhz, attualmente assegnate alle emittenti televisive e riassegnate agli operatori di telefonia mobile per lo sviluppo del 5G, il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato una graduatoria per i fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale a cui assegnare la capacità trasmissiva delle reti di 1 e 2 livello dell’area di Puglia e Basilicata. E per limiti tecnologici, al suo interno, tra le emittenti candidate non c’è nessuna televisione locale delle province di Taranto, Lecce e Foggia.
“Oltre al rilevante problema strettamente occupazionale che investe giornalisti e operatori radiotelevisivi – segnalano Gesmundo e Di Ceglie – non da meno sarebbe il vulnus relativo alla possibilità per utenti e cittadini di avere una informazione dettagliata legata al proprio territorio, alle sue dinamiche sociali, economiche e politiche. Tutto questo in una fase di overload di informazioni di carattere generale e di una sempre più diffusa problematica relativi a un uso distorto della rete per la diffusione di fake news che non hanno passato alcun filtro professionale”.
Quanto è fondamentale anche l’informazione radiotelevisiva locale Cgil e Slc di Puglia lo rilevano ad esempio rispetto “ad appuntamenti importanti che stanno per verificarsi in alcune di queste aree, come le elezioni comunali a Taranto: si vivrà una campagna elettorale telematica, senza confronti?”.
Fermo restando la piena legittimità rispetto ai criteri di legge per l’assegnazione delle frequenze, affermano Gesmundo e Di Ceglie, “solleviamo un problema di natura politica e democratica rispetto al diritto alla corretta informazione oltre che alla salvaguardia occupazionale in una fase e in un territorio dove non possiamo permetterci di perdere un solo posto di lavoro. Per questa ragione chiediamo un tavolo urgente alla Regione, con il coinvolgimento delle forze politiche, sociali e imprese del territorio, che possa portare ad una ‘vertenza informazione’ a garanzia della continuità operativa per lavoratori e cittadini. L’informazione specie quella locale resta un presidio di controllo e anche collante sociale fondamentale per le nostre comunità, specie quelle più piccole, che perderebbero così una capacità di indagine e racconto. Un rischio che dobbiamo assolutamente evitare”.