Allarme Cgil Puglia: Governo prepara rapina del secolo ai danni del Mezzogiorno

Cambiano i Governi ma il Sud rimane un utile bancomat da saccheggiare per ogni evenienza e la novità sta nel fatto che l’attuale governo non si limita a depredare il Fondo Sviluppo e Coesione ma interviene direttamente anche sui Fondi Comunitari, cosa che neanche Tremonti aveva osato fare.

 

I vari atti che il Governo Renzi sta attuando esulano dal singolo episodio ma si configurano ormai come una strategia antimeridionale.

 

Il colpo attuale più forte è contenuto nella legge di stabilità che finanzia le agevolazioni fiscali a favore delle imprese che assumono su tutto il territorio nazionale con 3,5 miliardi di euro del Fondo Sviluppo e Coesione. Si tolgono alle Regioni meridionali 3,5 miliardi già programmati per lavori pubblici che avrebbero dato lavoro e sviluppo alle nostre popolazioni per destinarle altrove.

 

Ma questo è solo l’antipasto.

 

Per la prima volta (anche questo è un primato!) il Governo ha deciso di ridurre la propria quota di cofinanziamento dei Fondi Comunitari dal 50% al 25% e questo costerà alle Regioni del Sud almeno 8 miliardi di euro.

 

Ancora: con i Programmi Operativi Nazionali finanziati dall’Unione Europea il Governo ha deciso di riservare una quota di cofinanziamento statale maggiore al nord rispetto al Sud.

 

Così il PON Città Metropolitane ad esempio, destina alle città del Nord più fondi che alle città del Sud, come se Napoli, Palermo, Reggio Calabria o anche Bari hanno meno problemi di Bologna e Venezia. È la logica del togliere ai poveri per darli ai ricchi.

 

Non abbiamo traccia, infine, dei 54 miliardi di euro previsti dal Fondo Sviluppo e Coesione che dovrebbe affiancare i Fondi Comunitari per il settennio 2014-2020.

 

 

Si tratta di fondi in gran parte destinati alle Regioni del Mezzogiorno ed è più che lecito chiedersi, visto il contesto, se il Governo non si stia preparando alla rapina del secolo, tanto le emergenze a cui destinare quei soldi non mancheranno mai, con buona pace del Sud.

 

Noi non siamo animati da intenti polemici e ci limitiamo ad elencare fatti che purtroppo si moltiplicano a dispetto della concordanza delle più svariate analisi – ultimo il rapporto 2014 dello Svimez – che segnalano per il Mezzogiorno il rischio desertificazione sociale e produttiva e che meriterebbero ben altro atteggiamento da parte di tutti e del Governo in particolare.

 

Forse non sempre c’è una adeguata capacità di progettazione e di uso delle risorse da parte delle Amministrazioni pubbliche del Mezzogiorno ma non crediamo