Arpal, denuncia Cgil: mancano piano interventi e risorse

Una nota della confederazione regionale sull'Agenzia per il lavoro della Regione Puglia,a otto mesi dalla sua istituzione

A distanza di otto mesi dall’istituzione dell’Arpal non c’è ancora un piano organico di interventi, né una definizione puntuale delle risorse. È il giudizio della Cgil Puglia sull’Agenzia per le politiche attive del lavoro e per il contrasto al lavoro nero e al caporalato, varata con voto del Consiglio regionale il 29 giugno del 2018, tra l’altro tra le ultime regioni ad attuare quando disponeva la legge 56 del 2014 e il decreto legislativo n. 150 del 2015.

A una puntuale ricognizione sullo stato dell’arte emerge anche la mancanza di iniziative volte a valorizzare e implementare l’azione dei Centri per l’impiego e come attivare sinergie con tutte le agenzie private per il lavoro e i soggetti abilitati e accreditati in Puglia a svolgere servizi per il lavoro.

L’Arpal, denuncia la Cgil, è nata con questa finalità e con questi obiettivi. Ad oggi i Centri per l’impiego pugliesi - il cui personale, sedi e strutture sono stati trasferiti all’Arpal, nonostante la propaganda del Governo centrale - sono privi di risorse umane nuove e aggiuntive al personale esistente, di risorse  finanziarie, di dotazione infrastrutturali, di nuove sedi funzionali atte ad accogliere i disoccupati, di progetti  formativi e di aggiornamento del personale e soprattutto sono tragicamente insufficienti per numero e dotazione organica per affrontare non solo le sfide delle novità introdotte dal decreto legge 4/2019, con il reddito di cittadinanza, ma anche per attuare quanto previsto dal Decreto legislativo 150/2015.

I risultati del referendum costituzionale del 4 dicembre 2017 hanno lasciato alle Regioni la potestà legislative concorrente in materia di lavoro e Cgil Cisl Uil  hanno più volte ribadito all’Assessore al lavoro regionale e al Commissario dell’Arpal come sia arrivato il momento di rendere strutturali le politiche attive, di trovare le risorse stabili per finanziarle, di utilizzare le risorse comunitarie del Por Puglia dedicate ai processi di occupabilità dei disoccupati, di legare gli investimenti produttivi a progetti di riqualificazione e di formazione dei lavoratori, sia per affrontare al meglio un mercato sempre più globale, sia per collegare a politiche attive e formative adeguate i tavoli di crisi affrontati dalla task force regionale.

Siamo consapevoli che nonostante le roboanti dichiarazioni del Governo nessuna nuova assunzione nei Centri per l’impiego è stata realizzata, ma nemmeno la Regione si è dotata di un piano d’intervento per affrontare le croniche carenze dei Centri per l’impiego.

La Cgil ribadisce la sua contrarietà alla scelta del Governo nazionale di puntare tutto sull’assunzione di profili come i navigator, che da precari a tempo determinato o con contratti di collaborazione dovrebbero operare nei CPI le politiche per il lavoro in favore dei disoccupati, mentre le risorse più volte annunciate per potenziare i centri ancora non sono state assegnate alle Regioni.

Le stesse Regioni inoltre hanno ribadito al Ministro Di Maio, nel corso dell’ultimo incontro Stato-Regioni, che i Centri per l’impiego, se devono svolgere il loro compito, hanno bisogno di 7600 nuove assunzioni qualificate e a tempo indeterminato su tutto il territorio nazionale.

Di tutto questo non c’ è consapevolezza in Puglia e l’incontro di presentazione dell’Arpal che il Commissario straordinario ha realizzato sabato 6 aprile alla presenza del Presidente nazionale dell’Anpal lo ha dimostrato in maniera inequivocabile. Considerata la centralità delle tematiche occupazionali, in una regione attraversata da sofferenze produttive e una rilevante emigrazione giovanile, sarebbe opportuno un incontro con il Presidente Emiliano per un chiarimento politico circa le misure da porre in essere per superare l’attuale fase di stallo.