Servono politiche industriali per orientare in modo organico gli investimenti a partire da quelli del Pnrr, per affrontare le crisi e indicare una strada di crescita. È l’appello che lanciano Cgil Puglia e a Fiom da Bari per difendere il lavoro e i salari nel settore metalmeccanico e per sostenere lo sviluppo della Puglia e del Paese. Assemblea nella sala del Consorzio Asi di delegati della categoria metalmeccanica giunti da ogni provincia della regione, per fare un’analisi sullo stato di salute del comparto e illustrare le proposte del sindacato, che terrà una manifestazione nazionale a Roma il prossimo 8 ottobre. All’iniziativa hanno partecipato il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, e il segretario generale della Fiom nazionale, Michele De Palma. Presenti e intervenuti al dibattito anche rappresentanti del mondo dell’associazionismo, da Libera all’Anpi alla Rete degli Studenti. Per Giuseppe Romano, segretario generale Fiom Cgil Puglia, “Un’analisi dell’industria metalmeccanica in Puglia offre un quadro in chiaroscuro. Vi sono vertenze storiche, dall’Ilva di Taranto alla Bosch e Marelli di Bari. In generale le prospettive future sono incerte perché legate a una questione ineluttabile per tutto il settore industriale: come si affronta la transizione ambientale ed energetica. Industria pugliese è chiamata a fare determinate scelte di investimenti che indichino prospettive. Ma in questo Paese da decenni manca una chiara linea di politica industriale. Manca un'idea complessiva di come affrontare questa transizione. La ripartenza post pandemia che pure c’era stata è compromessa da situazione su costi materie prime ed energia. Alcuni, come Fpt industrial di Foggia, ci hanno presentato un progetto innovativo di assemblaggio di autobus a idrogeno ed elettrici. Una svolta negli investimenti con una visione di dove vuole andare quel pezzo di automotive. Ma il mondo diffuso di imprese vive momento difficile e vale per ogni territorio. Tante sono le aperture di procedure di Cassa integrazione frutto del momento che stiamo vivendo. Nell’artigianato siamo al si salvi chi può, penso a piccole realtà manifatturiere. Quindi serve utilizzare al meglio le risorse per la transizione, per sostenere le imprese, la riconversione delle stesse”. Il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, ha ricordato l’importanza di “ascoltare le voci che vengono dai luoghi di lavoro, lo stiamo facendo con una serie di assemblee per ogni categoria, in questa fase delicata, con una inflazione record dal 1985 che erode i salari quando dovremmo aumentarli, con un precariato che nega futuro e condanna a lavoro povero, con ancora troppi morti e infortuni nelle aziende. E quindi richiamando la politica alle scelte che deve assumersi. Oltre i tempi e i riti della politica, subito, prima possibile”. C’è una distanza della politica e delle istituzioni dal mondo del lavoro che emerge anche “dalle testimonianze che abbiamo ascoltato dai lavoratori, dal Foggiano fino al Salento, in termini di programmi per le infrastrutturazioni, di interventi per favorire buona occupazione, contrastare il precariato, anche solo di ascolto di una sofferenza che emerge. Ma noi non arretriamo di un passo, saremo in piazza l’8 a Roma e se necessario anche dopo, per portare la voce del mondo del lavoro. Ed sono importanti le relazioni, l’alleanza sociale, che abbiamo costruito con Libera, l’Anpi, le associazioni degli studenti, chi è impegnato sul versante sociale, per egemonizzare il dibattito e riportare il lavoro e la condizione delle persone al centro della discussione e delle scelte della politica”.
Tra le priorità, “spendere tutte e nel migliore dei modi le risorse del Pnrr e del Por, facendo fronte alle crisi e migliorando le condizioni di contesto. Ma da un tema non si sfugge, serve una politica industriale per il Paese e per il Mezzogiorno, altrimenti si segue come sta accadendo un procedere disomogeneo degli investimenti, a traino degli interessi e delle scelte dei privati”. Conclusioni affidate a Michele De Palma, segretario generale della Fiom nazionale: “Servono investimenti e politiche industriali per il Sud. Senza transizione industriale si rischiano danni sociali e ambientali devastanti. Noi stiamo difendendo l’industria, ma tocca ad altri costruire politiche per il lavoro, creare le condizioni per far crescere l’occupazione. In questo scenario di crisi, di mancanza di lavoro, di salari bassi, le divisioni si creano nel basso, lavoratori contro lavoratori, chi il lavoro ce l’ha e chi lo cerca, chi lavora e chi percepisce il reddito di cittadinanza. La nostra storia è un’altra, noi non possiamo permettere tutto questo, la nostra è una storia di unità e di solidarietà. In Puglia c’è tanta manifattura, tanta industria, che genera la maggior parte del Pil regionale. L'aerospazio in Puglia rappresenta il primo settore per numero di occupati della Regione. E poi c'è l'automotive, settore in cui ci sono alcune criticità che stiamo affrontando, come alla Bosch e alla Marelli di Bari". “Crescita e consolidamento dei salari e stabilizzazioni - continua De Palma - devono essere la linea, soprattutto in questa fase di incertezza e di aumento dell’inflazione, detassando ad esempio gli aumenti. Oggi il dumping contrattuale che si determina sul piano dei costi energetici può determinare il fatto che le aziende vadano letteralmente fuori mercato. La manifestazione a Roma di sabato 8 ottobre è solo l'inizio di una mobilitazione più ampia. Serve costruire fiducia, serve costruire unità, fare assemblea, parlarsi, confrontarsi, anche discutere. Ma va costruita consapevolezza collettiva per aprire una vertenza diffusa che difenda e aumenti i salari, orienti investimenti, contrasti il precariato. Occorre intervenire sugli extraprofitti e redistribuirli per sostenere lavoratrici e lavoratori”. Da anni la Fiom insiste sulla necessità di politiche industriali, “è la richiesta che dalla Puglia facciamo al governo sia regionale che al futuro governo nazionale è di aprire immediatamente un tavolo sulla siderurgia perché da questo dipende un effetto domino sull'industria del Paese oltre che su Taranto e i lavoratori dello stabilimento”.