Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil pugliese: "L'autonomia significherà per i cittadini del Mezzogiorno meno servizi. Così come è un assurdo procedere a devoluzione di responsabilità su materie quali l’energia, le infrastrutture, ambiente, solo per citarne alcune, che sono al centro di decisioni politiche europee e mondiali. E invece che si fa in Italia? Si procede a una disordinata moltiplicazione di competenze che andranno solo a indebolire il Paese. Che dalle transizioni e le politiche industriali avrebbe bisogno come il pane di politiche organiche e coerenti”.
“Il destino del Paese e del Mezzogiorno adesso è nelle mani dei cittadini: se non vogliamo un Paese diviso, più debole, più egoista, dove il Mezzogiorno sarà condannato a veder crescere le disuguaglianze in termini di servizi essenziali rispetto alle aree economicamente più forti, occorre raccogliere entro settembre 500mila firme a sostengo del referendum per l’abrogazione dell’autonomia differenziata. Noi siamo pronti a fare come sempre la nostra parte”. È il commento della segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, al deposito in Cassazione del quesito per cancellare la legge recentemente approvata dal Parlamento, che crea “sperequazioni nella devoluzione di competenze dallo Stato alle regioni sulle quali hanno già espresso preoccupazioni lo stesso Ufficio parlamentare di bilancio, la Banca d’Italia, tante organizzazioni d’impresa, le più importanti associazioni di impegno politico, ambientale e civile, fino alla stessa Chiesa per voce dei suoi vescovi”.
Per sostenere la raccolta delle firme “lunedì formalizzeremo il comitato regionale promotore del referendum a livello regionale – spiega la segretaria della Cgil pugliese -. Solo la necessità di accontentare le forze di maggioranza di un Governo allo sbando, è possibile tenere assieme la retorica nazionalista e sovranista con il secessionismo delle regioni più ricche. Mentre a livello europeo ci si confronta sulle politiche di coesione – il cuore del piano Next Generation EU – si sceglie di cristallizzare le differenze in termini di accesso dei cittadini a servizi essenziali, salute e istruzione su tutti, ragionando sulla spesa storica per definire i Livelli essenziali delle prestazioni. Significherà per i cittadini del Mezzogiorno meno servizi. Così come è un assurdo procedere a devoluzione di responsabilità su materie quali l’energia, le infrastrutture, ambiente, solo per citarne alcune, che sono al centro di decisioni politiche europee e mondiali. E invece che si fa in Italia? Si procede a una disordinata moltiplicazione di competenze che andranno solo a indebolire il Paese. Che dalle transizioni e le politiche industriali avrebbe bisogno come il pane di politiche organiche e coerenti”.
Non da ultimo, denuncia il sindacato, “si attaccherà il contratto nazionale di lavoro, elemento di democrazia e uguaglianza. Per questo, coerentemente con quanto stiamo già facendo come Cgil con i referendum contro la precarietà e per la sicurezza, saremo impegnati a raccogliere le firme per cancellare l’autonomia differenziata, una delle pagine più pericolose e buie della storia della Repubblica, che assieme al premierato assesta un colpo mortale alla nostra Costituzione figlia di grandi personalità della politica, di partigiani, sindacalisti, giuristi. Loro sì, veri patrioti”.