Un protocollo d'intesa “per la legalità e la sicurezza del lavoro, per lo sviluppo del settore tessile-abbigliamento di Barletta, contro il lavoro nero” è stato siglato, ad un anno dal crollo di via Roma, tra Cgil, Filctem e “5 stelle”, il consorzio dei terzisti manifatturieri dedicato alle donne, quattro operaie di un opificio e la figlia del proprietario dell'azienda, sepolte vive dalle macerie nella sciagura. Per la Cgil hanno sottoscritto l’accordo: la segretaria nazionale, Serena Sorrentino, il segretario generale regionale, Giovanni Forte, la segretaria regionale, Francesca Abbrescia ed il segretario generale provinciale, Luigi Antonucci. Per la Filctem hanno firmato: il segretario generale regionale, Vito De Mario ed il responsabile regionale del comparto, Giuseppe Guagnano. Per il consorzio “5 stelle” hanno siglato l’intesa: il presidente, Raffaele Di Palma e Angelo Giannella. Per le istituzioni: il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, l’assessore al welfare, Elena Gentile ed il sindaco di Barletta, Nicola Maffei.
L’intesa, preceduta dall’assemblea regionale della Filctem, mira ad incentivare l’emersione del lavoro “nero” con la promozione dell’associazionismo d’impresa promuovendo la cultura della legalità, la sicurezza sui luoghi di lavoro e l’occupazione stabile, con particolare riferimento al lavoro femminile, attraverso forme di welfare aziendale. L’accordo giunge a compimento di un anno di lavoro in cui la Cgil, insieme alla Filctem, ha avviato una seria discussione con il sistema “sano” d’impresa. La Regione ed il Comune monitoreranno costantemente lo stato di avanzamento del progetto.
“Nessuno potrà restituire alle famiglie gli affetti delle loro care – esordisce così Serena Sorrentino, segretaria Cgil nazionale – ma un anno fa prendemmo l'impegno di lavorare per fare in modo che stragi civili del genere non si verificassero più. Oggi la Cgil tutta, le Istituzioni, regione e comune, e le Imprese sottoscrivono un protocollo di impegno che afferma cose fondamentali: le aziende avranno una sede appropriata nella zona industriale in termini di sicurezza e funzionalità, le lavoratrici ed i lavoratori vedranno applicati i contratti collettivi nazionali di lavoro di settore riconoscendo certezza dei diritti, l'emersione avverrà con un accompagnamento istituzionale che garantirà servizi e sostegno alle imprese del consorzio che hanno scelto la legalità, si lavorerà al riconoscimento di un marchio per le aziende del distretto che riconosca eticità e qualità del lavoro perché la competizione – continua Sorrentino – non si fa solo sacrificando costo e diritti del lavoro. É significativo che ciò accada nella crisi e nel mezzogiorno in un momento in cui si parla di desertificazione industriale, si allargano i divari territoriali di sviluppo e si parla di produttività solo come aumento degli orari e dei carichi di lavoro. Oggi grazie all'impegno della Cgil Puglia, che ha lavorato in questo anno con le istituzioni e il consorzio ‘5 stelle’, si afferma che, con la convergenza di istituzioni e parti sociali, si possano conciliare diritti, sviluppo e qualità lavorando nella legalità e per la sicurezza. Queste esperienze dovrebbero segnalare anche al Governo l’urgenza di riprendere una politica industriale e dare avvio ad un Piano del Lavoro combattendo innanzitutto il sommerso”.
“Avevamo detto l’anno scorso – commenta Giovanni Forte, segretario generale Cgil Puglia – che non ci saremmo dimenticati di quello che era accaduto. Lo disse il nostro segretario generale, Susanna Camusso, lo abbiamo confermato nel corso di questi mesi in cui abbiamo lavorato per costruire questo protocollo, per fare in modo che la cultura della legalità recuperasse un significato più forte in un territorio dove molto spesso il lavoro viene sacrificato rispetto ad altri interessi, a partire da quelli delle imprese. Attraverso questo accordo vogliamo che la dignità delle persone e del lavoro possa recuperare significato. È una scommessa, verificheremo i risultati. Oggi, intanto, mettiamo a disposizione del territorio – conclude Forte – uno strumento che permette alle imprese di uscire dal sommerso, di avviare un percorso di legalità e consente alle lavoratrici di riconoscersi in un’iniziativa che si muove in direzione degli interessi del lavoro e della dignità delle persone”.
Dopo la sottoscrizione dell’accordo, poco dopo mezzogiorno, i rappresentanti delle istituzioni e del sindacato si sono recati in via Roma per deporre, ad un anno esatto dalla tragedia, una corona alla memoria delle cinque giovani donne morte nel crollo.