Gesmundo: Bene idea stati generali del sud, la regione puglia se ne faccia promotrice. Spieghiamo bene a cittadini, imprese, giovani le eventuali ricadute sui nostri territori
“Condividiamo e rilanciamo l’idea lanciata dalla presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, degli Stati generali del Sud. La Regione Puglia se ne faccia promotrice. Le istituzioni, i soggetti della rappresentanza sociale, il mondo dell’associazionismo, facciano fronte comune e si mettano alla guida di un movimento che da tutto il Mezzogiorno si adoperi in ogni modo per respingere un provvedimento ingiusto e iniquo qual è quello dell’autonomia differenziata, che andrebbe ad aggravare i divari territoriali”. È la proposta che fa il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, a proposito delle sempre più concrete ipotesi di approvazione da parte del futuro governo di provvedimenti di autonomia rafforzata per le regioni del Nord, richiamati anche nel discorso di insediamento del presidente della Camera.
“Ben vengano le prese di posizioni che arrivano in queste ore da importanti esponenti delle istituzioni regionali pugliesi, ma è necessario che tutta la classe dirigente e tutti i cittadini del Mezzogiorno facciano propria quella che è una battaglia di sopravvivenza: dell’unità del Paese, del valore della Carta costituzionale che garantisce diritti uguali per tutti, dei nostri stessi territori. Sarebbe un controsenso mentre siamo impegnati a garantire alla Puglia opportunità di crescita economica e sociale attraverso il migliore e pieno impiego delle risorse del Por e del Pnrr. Con una mano si dà al Sud e con un’altra si toglie?”.
Serve allora, per il segretario della Cgil Puglia, “una battaglia politica che restituisca diritti sociali e civili in capo a ogni persona a prescindere da dove vive o dove nasce. Invece con l’autonomia differenziata si sono costruiti meccanismi fraudolenti, che partendo dai fabbisogni standard non possono che premiare le regioni più avanzate del Paese, non a caso un economista come Viesti la chiama giustamente l’autonomia dei ricchi. Che spezza ogni vincoli solidali in un paese che sprofonda sempre più nella povertà, soprattutto al Sud, soprattutto in Puglia. Per l’Istat la Puglia è nel 2021 la regione con il più alto numero di famiglie in povertà relativa, il 27,5%, del totale, vale a dire oltre 800mila persone”.
Non ci sta la Cgil Puglia che chiede prima di partire da riequilibri in termine di opportunità e servizi, “dalla sanità all’istruzione, dalla formazione al lavoro, dalle infrastrutture sociali alla tutela dell’ambiente. Oggi abbiamo 20 modelli di sanità, una per ogni regione. Crediamo che si debba imparare da quella riforma per dire che alcune funzioni fondamentali per la vita dei cittadini devono restare in capo allo Stato. Stando a uno studio di due economisti, l’aliquota Irpef per coprire la compartecipazione delle spese regionalizzate, per stare nella media nazionale e sempre nel caso in cui venissero stabiliti precedentemente fabbisogni standard, in Puglia arriverebbe a superare il 61%. Un salasso per le famiglie, per i lavoratori. Dobbiamo spiegare bene alle persone cosa significa questo progetto quasi eversivo di autonomia”.
“Se l’Italia ha ottenuto oltre 200 miliardi dal Next Generation EU è per colmare quei divari territoriali esistenti tra Nord e Sud del Paese – conclude Gesmundo -. La crescita del Sud, un mercato di 20 milioni di persone che per il 70% attinge alle imprese del Nord, traina la crescita di tutto il Paese. Ma non si sostiene la domanda interna impoverendo questi territori, continuando a precarizzare il lavoro, a investire su settori a basso valore aggiunto, garantendo ai giovani salari da fame, non ammodernando la Pubblica amministrazione, non mettendo in piedi un piano straordinario di assunzioni nei servizi pubblici, non investendo su formazione e ricerca. Facciamo questi stati generali, facciamoli presto, la Cgil Puglia ci sta. E se il futuro Governo penserà di pagare la cambiale politica alla Lega approvando l’autonomia dei ricchi, saremo pronti alla mobilitazione”.