"Non è con il lavoro povero e precario che potrà esserci un futuro di crescita economica e sociale". Il segretario generale Pino Gesmundo commenta i dati dell’aggiornamento congiunturale sull’economia della Puglia
“La ripresa è maxi i contratti sono mini. Recitava così il titolo di una ricerca della Fondazione Di Vittorio sul mercato del lavoro italiano: lo facciamo nostro per commentare i dati dell’aggiornamento congiunturale sull’economia regionale. In controluce quei numeri ci dicono che ancor più aumentano le diseguaglianze: da un lato i fatturati che crescono, dall’altro il precariato come forma quasi prevalente di opportunità occupazionale”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, a proposito del report della Banca d’Italia presentato venerdì.
“La prevalenza dei salari bassi, la maggiore incidenza di basse qualifiche, ci restituisce anche l’immagine di modello produttivo pugliese che non sembra ancora cogliere la necessità di investire in innovazione di processo e di prodotto, trascinando buona occupazione e lavoro qualificato”.
Per il segretario della Cgil Puglia, “a quel più 6,5 per cento di Prodotto interno lordo registrato nel primo semestre dell’anno, che aumenta le redditività e l’autofinanziamento delle imprese, fa da contraltare il dato dell’87 per cento di assunzioni rappresentate da contratti a tempo determinato. Non è indifferente a questo dato l’aumento dei percettori di reddito di cittadinanza. Perché siamo all’assurdo che con questa condizione del mercato del lavoro, dove diffusissimo è il part time involontario, si può essere poveri anche lavorando. Tanto che cresce anche l’indebitamento delle famiglie per il credito al consumo.”.
“Non possono essere queste le premesse – conclude Gesmundo – perché si creino condizioni di crescita economica e sociale generalizzata in Puglia, per frenare ad esempio l’impoverimento sociale rappresentato dall’emigrazione giovanile, specie quella più formata che qui non trova occasione per valorizzare le conoscenze acquisite, e solo opportunità precarie nel migliore dei casi. Una debolezza strutturale e nota del sistema d’impresa che preoccupa anche circa la possibilità di cogliere le opportunità che derivano dal Pnrr e dalla nuova stagione dei fondi strutturali, ma anche le sfide che impongono la transizione digitale ed energetica. Assistiamo a continue richieste di sgravi, finanziamenti, tagli alle tasse da parte degli imprenditori. Sarebbe anche ora di confrontarsi con le istituzioni su politiche industriali, innovazione, vocazioni produttive, di formazione e qualità del lavoro. Temi, questi – lavoro, redditi, fisco, politiche industriali, welfare – che sono al centro della mobilitazione nazionale lanciata da Cgil Cisl Uil e che vede assemblee e iniziative nei luoghi di lavoro e nei territori, e che in Puglia sfocerà in una grande manifestazione regionale che si terrà a Bari il prossimo 11 dicembre”.