È fondamentale, ribadisce il Segretario Generale della Cgil Puglia Pino Gesmundo, che almeno sulla governance nazionale e territoriale si recuperi il confronto con le parti sociali e i territori, per coordinare investimenti e visioni, considerato che la gestione dei fondi strutturali è in capo alle Regioni
Come ha affermato il Segretario Generale della Cgil Maurizio Landini al termine del confronto con il Premier Draghi, per noi Cgil la priorità è che gli investimenti e le riforme debbano servire a creare lavoro di qualità che va tutelato prolungando il blocco dei licenziamenti. I 30 miliardi che il Governo sommerà ai 191 miliardi europei, devono servire per un piano straordinario per l'occupazione che metta al centro i giovani, le donne e il Mezzogiorno. Piano che deve specificare al suo interno per ciascuna mission, quanti posti di lavoro crea. Occorre senza dubbio agire a partire dalle grandi crisi aperte, fra cui l’ex Ilva di Taranto, facendo investimenti che creino filiere produttive industriali
È fondamentale, ribadisce il Segretario Generale della Cgil Puglia Pino Gesmundo, che almeno sulla governance nazionale e territoriale si recuperi il confronto con le parti sociali e i territori, per coordinare investimenti e visioni, considerato che la gestione dei fondi strutturali è in capo alle Regioni. In ballo non è solo il futuro del Sud o dell’Italia, ma dell’intera Europa. Abbiamo accolto con favore un cambio di impostazione delle politiche, preso atto che si è passato da politiche austerity a investimenti strategici. Creare coesione sociale e territoriale nell’Europa, nel Paese e all’interno delle regioni è la priorità. La classe dirigente di questo paese non può sbagliare. E se è vero che si sta ragionando di investimenti strategici che devono cambiare condizioni economiche e sociali del Paese, la prossima programmazione dei fondi strutturali va fatta coordinandola con visioni e scelte del Pnrr. Servono luoghi di discussioni: se parliamo di transizione energetica e sviluppo dell’idrogeno non possiamo non pensare a Taranto, a Brindisi e alla Puglia tutta, al ruolo che dovranno svolgere le aziende a capitale pubblico.
Non della lista della spesa c’è bisogno di discutere, ma di un confronto proprio su scelte strategiche che rientrano a pieno titolo nelle condizionalità previste dall’Europa. Non proponiamo una visione Puglia centrica, ma vogliamo coordinare i nostri sforzi e le programmazioni dentro la cornice del Pnrr. Per questo è necessario continuare a confrontarci con le istituzioni regionali in luoghi permanenti di programmazione e monitoraggio