Cgil e Uil si mobilitano: il 21 febbraio due ore di presidio (dalle 9.30) davanti alla Prefettura
Dopo il tragico crollo di Firenze, Cgil e Uil hanno indetto una mobilitazione generale nazionale. Oltre allo sciopero di due ore alla fine del turno sui cantieri edili e negli stabilimenti metalmeccanici, le due Confederazioni hanno deciso di organizzare una serie di manifestazioni diffuse sul territorio e di dare facoltà alle altre categorie di manifestare la propria vicinanza con eventuali scioperi, presidi e assemblee (in Puglia ad esempio aderiscono allo sciopero anche i lavoratori dei settori del cemento, dei lapidei, dei laterizi e del legno).
A Lecce, le segreterie territoriali di Cgil e Uil hanno organizzato per mercoledì 21 febbraio un presidio in viale XXV Luglio nei pressi della Prefettura dalle 9.30 alle 11.30, con richiesta di incontro al prefetto. Sarà l’occasione per discutere della prevenzione degli infortuni sul lavoro in provincia di Lecce, territorio che nel 2024 ha visto un sensibile calo degli infortuni sul lavoro (passati da 4.938 del 2022 a 4.352 nel 2023), ma contestualmente un nuovo aumento degli infortuni mortali (13 in tutto nel 2023, 4 in più rispetto all’anno precedente).
“Ogni singola tragedia è la tragedia di tutte e di tutti. Governo, imprese e associazioni di rappresentanza passino dalle parole di cordoglio all’assunzione delle proprie responsabilità: massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte, non una fatalità! Si è deciso di fare cassa, togliendo le risorse per gli ispettori del lavoro e la medicina per la prevenzione sul territorio”, rilanciano la segretaria generale della Cgil Lecce, Valentina Fragassi, e il coordinatore provinciale della Uil Lecce, Mauro Fioretti.
Davanti al prefetto verranno rilanciati temi cari al sindacato: la piattaforma Cgil, Cisl e Uil; la patente a punti per le aziende appaltatrici; la congruità su tempi e modi di esecuzione; l’obbligo alla timbratura; le agibilità necessarie per i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e per i delegati di sito alla sicurezza; il ripristino della parità di trattamento negli appalti; la responsabilità dell’impresa committente; l’applicazione dei CCNL del settore di riferimento sottoscritti dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, la formazione obbligatoria prima di accedere nel luogo di lavoro.