Premesso che è condivisibile il principio della rotazione della dirigenza, non solo per prevenire fenomeni di corruttela. E’ utile ruotare anche per assicurare una migliore funzionalità al sistema, evitando che incarichi particolarmente delicati ed importanti finiscano per diventare, col tempo, veri centri di potere.
Però bisogna anche affermare, che quello che sta succedendo sul DDL anti-corruzione, predisposto dalla giunta Vendola, sta diventando un attacco, alcune volte indiscriminato, altre volte mirato a specifici settori della dirigenza regionale.
La battaglia, senza esclusione di colpi, tra forze politiche, ci può stare tutta, anche perché siamo alla vigilia della campagna elettorale.
Ma l’applicazione tout-court della immediata rotazione della dirigenza è un atto di autentica destabilizzazione del funzionamento della macchina regionale. Si determinerebbe nei fatti la paralisi amministrativa dell’Ente Regione.
Una scelta oculata, che mira anche al buon andamento dei servizi, va fatta con tempi e modi che salvaguardino anche gli interessi dei cittadini.Ma sarebbe il caso che, nello scontro, siano lasciati fuori dirigenti incolpevoli, che tra l’altro non possono neanche difendersi.
Alcune uscite di certi consiglieri regionali appaiono dei veri atti di intimidazione; come certi strali rivolti alla dirigenza sanitaria regionale.
Si spera non si faccia riferimento a chi nel passato si è macchiato di colpe gravi?
Credo sia difficile imputare gravi responsabilità a chi con capacità e competenza, pur con un organico risicato, si carica ogni giorno di oneri pesantissimi.
Se ci sono rilievi da fare, è opportuno farli in modo mirato e specifico e non sparare nel mucchio.
Biagio D'Alberto, segretario generale Fp Cgil Puglia