Dati Svimez su Mezzogiorno, Forte: scenario drammatico, Governo non parla di Sud

“I dati anticipati dallo Svimez restituiscono tutta la drammaticità della crisi che continua ad attraversare il tessuto produttivo e sociale della Puglia e dell’intero Mezzogiorno e confermano l’allarme dei sindacati confederali lanciato già con la manifestazione del 21 marzo scorso, col pressante invito al Governo centrale affinché fossero rilanciati gli investimenti a sostegno dei redditi e fondamentalmente dell’ occupazione. Non è destrutturando il lavoro e i diritti che si rilancia il Paese. Occorrono politiche pubbliche che favoriscano l’innovazione, lo sviluppo di produzioni di qualità, l’occupazione”. E’ il commento del segretario generale della Cgil Puglia, Gianni Forte, al Rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno 2015 le cui risultanze sono state diffuse oggi. “Non vorremmo – aggiunge Forte – che la scelta del Governo di privilegiare a partire dal 2016 la riduzione delle tasse sui profitti delle imprese, come annunciato nei giorni scorsi, faccia ancora una volta passare in second’ordine l’esigenza di sostenere gli investimenti pubblici al sud”

“Il calo della produzione interna di dodici punti percentuali, un Pil procapite che è il 60% della media nazionale, cui si sommano i dati altrettanto drammatici sulle crisi industriali, la cassa integrazione e mobilità, la perdita dei posti di lavoro, la forte ripresa dell’emigrazione giovanile – sottolinea Forte – rappresentano priorità non più rinviabili non solo per il sud ma per il sistema Paese”. 

“Dati – conclude il segretario generale della Cgil Puglia – che devono riportare il nostro Governo alla realtà delle cose, a una emergenza sociale e occupazionale nel Sud pericolosa che non saranno qualche centinaio di contratti precari e a tempo determinato in più a mitigare. Di sud non parla più nessuno e intanto le risorse destinate a politiche di coesione sono dirottate su altri versanti. Senza la ripresa del Sud non riparte l’Italia, e ai nostri rappresentati locali chiediamo di cominciare da qui a investire le risorse disponibili, a sostenere il lavoro buono e stabile, a far sentire assieme la nostra voce sui tavoli nazionali. E’ arrivato il momento che i governatori del sud si facciano sentire costruendo un fronte comune e costruendo le opportune alleanze, senza sottomissioni ma a testa alta”.