Si è svolto questa mattina presso l’Ufficio Scolastico Regionale l’incontro con le organizzazioni sindacali per illustrare le prime indicazioni sull’organico di diritto (i posti sui quali sarà possibile fare mobilità e assunzioni in ruolo) del personale docente delle scuole pugliesi. Anche se l’organico per 2023/24 verrà mantenuto identico nel numero complessivo (circa 46mila posti) rispetto al precedente anno scolastico, l’attivazione nella 4^ e 5^ classe dell’educazione motoria della scuola primaria, che comporta un onere di 318 posti, gravando sullo stesso organico generale, perde la sua finalità originaria e finisce per diventare un’occasione persa per l’ampliamento dell’offerta formativa. Tutto questo, quando finalmente proprio dalla scuola primaria arrivano da diversi territori pugliesi (Bari e Lecce in primis, ma anche altri) segnali incoraggianti in ordine alle richieste avanzate dalle scuole pugliesi di attivazione del tempo pieno, un’inversione di tendenza quanto mai auspicata, sia nell’ottica di garantire maggiore tempo scuola a bambini e famiglie, sia in quella di tutela degli organici.
Tuttavia, registriamo ancora sul prossimo anno scolastico una pesante riduzione degli studenti iscritti (calcolati in organico di diritto) rispetto al 2022/23: la Puglia perde oltre 10mila alunni (-4800 su Bari, -622 su Brindisi, -2379 su Foggia, -1886 su Lecce, -1936 su Taranto) e le iscrizioni alle prime classi si riducono ancora di 7000 unità nella scuola dell’obbligo (dalla primaria alle superiori, con oltre 4000 alunni in meno al primo anno delle scuole superiori della regione).
In controtendenza è il dato relativo al numero di alunni con disabilità certificata: il censimento degli stessi, che ad oggi non è possibile chiudere per l’a.s. 2023/24, conoscerà dalle stime e dai dati storici in nostro possesso un ulteriore incremento (da 19482 del 2020/21, a 20068 del 2021/22, a 22514 del 2022/23) e fa presumere un’ulteriore crescita per l’anno scolastico 2023/24. A fronte del costante incremento degli alunni con disabilità, l’organico di diritto del personale di sostegno conosce un lieve incremento (562 posti), variamente spalmato sulle diverse province pugliesi (+221 a Bari, +67 a Brindisi, +98 a Foggia, +92 a Lecce, +84 a Taranto), che certamente non riuscirà a soddisfare le esigenze di continuità e stabilità del servizio di inclusione scolastica di studenti e famiglie e di stabilità lavorativa dei docenti di sostegno. Con ogni probabilità, dunque, anche sul prossimo anno scolastico, in Puglia continueremo a operare pochissime assunzioni in ruolo di docenti specializzati da graduatorie che ormai sono popolate da numerosi aspiranti, precari da anni, e continueremo a soddisfare solo parzialmente il diritto allo studio e all’inclusione scolastica degli studenti più fragili attraverso l’organico in deroga, ovvero con docenti che, come in un film che si ripete uguale a se stesso ogni anno, verranno assunti solo a tempo determinato per ruotare costantemente scuola di servizio.
Con numeri così scarsi e moltissime esigenze da soddisfare è facilmente prevedibile il sacrificio per il diritto allo studio che si chiederà, ancora quest’anno, alle istituzioni scolastiche, ai lavoratori e agli studenti pugliesi. Una situazione divenuta insostenibile, alla quale dovrebbero corrispondere impegni precisi e concreti da parte del Governo che, invece delle dichiarazioni imbarazzanti degli ultimi giorni (da ultimo con la proposta di istituzione di un liceo del “made in Italy”), dovrebbe occuparsi di rivedere le norme già pendenti sul dimensionamento scolastico e mettere mano alle risorse per gli organici che servono a garantire non solo l’estensione dell’educazione motoria alla scuola primaria, ma anche l’estensione dell’insegnamento dello strumento musicale nella scuola secondaria di primo grado, per il quale si ricevono moltissime richieste di attivazioni da scuole e famiglie, ma che senza risorse aggiuntive non potranno certamente essere soddisfatte.
Le innovazioni didattiche, la garanzia del diritto allo studio, la tutela degli studenti più fragili con l’inclusione scolastica non possono rimanere mere dichiarazioni di principio. Si tratta di funzioni pubbliche e diritti che hanno bisogno di risorse e investimenti che, come ci dimostra anche l’incontro odierno, non ci sono. Inoltre, anche gli attuali livelli di funzionamento del sistema d’istruzione potrebbero essere messi a rischio con la progressiva messa a punto dell’autonomia differenziata che toccherà anche il settore dell’istruzione pubblica statale, relegando le scuole del Mezzogiorno alla gestione delle residue macerie di diritti costituzionalmente garantiti in assenza di risorse.
Contro questi processi la FLC CGIL è, ancora in queste ore, impegnata su vari fronti ministeriali, nelle piazze e nei luoghi di lavoro con la raccolta firme a sostegno della Legge di iniziativa popolare per la modifica del titolo V della Costituzione a tutela delle funzioni pubbliche, in primis del sistema nazionale d’istruzione e dei diritti costituzionalmente sanciti di lavoratori della scuola e più complessivamente dei cittadini di tutta la nazione.