Dossier immigrazione 2024, in Puglia 149mila cittadini stranieri residenti

Questa mattina presso la sede della Cgil Puglia la presentazione del rapporto Idos giunto alla sua 34esima edizione. 57mila sono gli occupati, 20mila gli studenti. Cgil: politiche del Governo di stampo securitario, niente per l'inclusione

 

Sono 149.477 i cittadini stranieri residenti in Puglia al 31 dicembre 2023, il 3,8% della popolazione regionale. Per incidenza sulla popolazione complessiva la nostra regione è penultima in Italia. Il 18,4% dei cittadini stranieri sono minori, 57.169 gli occupati, 20.330 gli studenti gli studenti, la metà di questi nati in Italia. Sono alcuni dei numeri illustrati durante la presentazione del Dossier statistico immigrazione 2024, giunto alla 34esima edizione e una delle più importanti indagini promosse annualmente in Italia sul fenomeno migratorio, curato dal centro studi e ricerche Idos con il centro studi Confronti e il sostegno dell’Istituto San Pio V e dell’8 per mille della Chiesa Valdese. L’evento, ospitato questa mattina (29 ottobre) nella sede regionale della Cgil Puglia - da cinque anni partner di Idos e sostenitrice della ricerca regionale - ha visto gli interventi di rappresentanti istituzionali, del mondo delle associazioni impegnate nell’accoglienza e nell’affermazione dei diritti dei migranti e mondo della ricerca, con le conclusioni affidate alla segretaria nazionale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli. 

 

A introdurre i lavori Azmi Jarjawi, responsabile del Dipartimento Immigrazione della Cgil pugliese, che ha denunciato come “c’è chi prova ad attribuire all’immigrazione ogni problema di questo Paese, un uso distorto e propagandistico di un fenomeno sociale complesso che richiedere interventi seri sul piano delle politiche sui flussi e l’accoglienza, attestato che 22 anni è un tempo sufficiente per affermare che la Bossi-Fini è una legge sbagliata e ingiusta, che produce irregolarità che è quella fragilità sociale e porta a finire nella rete di caporali e imprenditori senza scrupoli che sfruttano questa manodopera”.

 

Nel report pugliese del Dossier il docente di Unisalento Antonio Ciniero - che ne ha curato la stesura - sottolinea proprio “le dinamiche di esclusione sociale o inclusione differenziale dei cittadini stranieri residenti in Puglia.  Uno dei maggiori problemi per questi lavoratori non è trovare un impiego, quanto quello di essere confinati in occupazioni marginali del mercato del lavoro, spesso caratterizzati da precarietà, scarse possibilità di crescita, pericolosità, salari bassi e non ultima alta incidenza infortunistica”. Con riferimento alla tipologia, la maggiore concentrazione dei cittadini stranieri “il 47,6%, è nelle posizioni meno qualificate. Il 56,3% è occupato servizi, il 26,5% in agricoltura”. Punta il faro Ciniero sul dato scuola e cittadinanza: “Nel 2013 i figli di stranieri iscritti erano oltre 16mila, dopo dieci anni sono 20mila, ma la quota di ragazzi nati in Italia è passata dal 32 al 52%. La realtà sociale è più avanti delle norme che definiscono i criteri per l’accesso alla cittadinanza”.

 

Nell’intervento di saluto, Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia, ha ricordato l’ormai pluriennale collaborazione con Idos per il Dossier immigrazione, “che non è momento teorico ma l’abbiamo sempre inteso come strumento necessario per tracciare un impegno e un lavoro comune, quello che già portiamo avanti con le istituzioni, dalla Regione ai sindaci, con le associazioni, con il mondo della ricerca”. Per Bucci “il livello di sviluppo e civiltà di un Paese si misura dalla condizione che vivono i migranti così come le figure più fragili della società. E noi possiamo osservare come l’approccio continui a essere strumentale, secondo logiche dell’emergenza e securitarie, senza alcuna visione di inclusione”. Come dimostra anche “la recente decisione di sabotare i progetti di superamento dei ghetti, così come denunciato dai sindaci, con un uso delle risorse del Pnrr che non va nella strada dell’integrazione e dell’accoglienza. La Cgil è in campo per modificare le norme che regolano i flussi migratori e la cittadinanza così come quelle che regolano il mercato del lavoro affinché si superino condizioni di precarietà e ricattabilità delle figure più fragili”.

 

Nelle conclusioni la segretaria nazionale Mariagrazia Gabriella ha bocciato su tutta la linea le politiche del Governo in materia di politiche dell’immigrazione. “Il giudizio che abbiamo è negativo e per una ragione di merito, l’impronta che il governo ha tradotto nelle norme guarda ala questione migratoria come problema di ordine pubblico e basta, e quindi investimenti su respingimenti e cpr. Soluzioni a discapito di un vero sistema di accoglienza utile anche al nostro paese per creare integrazione e inclusione. Quando si arriva a restrizioni per i salvataggi e le protezioni internazionali e speciali, siamo nel campo ideologico. Sono destinate al fallimento queste politiche”. E per la Cgil “Il lavoro è uno dei perni di inclusione, ma non certo il lavoro povero che oggi è prevalente nel paese e riguarda italiani e stranieri. Lavoro come strumento di emancipazione individuale e chiave di integrazione e inclusione, e per questo deve essere un avorio stabile, ben retribuito, regolare. Questioni generali che sono dentro le mobilitazioni e le azioni che il nostro sindacato sta portando avanti, contestando le leggi su cittadinanza e regolazione flussi, chiedendo l’abrogazione della Bossi fini, assieme impegnando per un mercato del lavoro e politiche di sviluppo che spingano lavoro qualificato e creino occasioni dignitose per tutti”.