Forte scrive ai parlamentari pugliesi: "La Legge di stabilità  penalizza il Sud"

La Legge di stabilità 2016 continua il suo percorso parlamentare. Le modifiche apportate dal Senato al disegno di legge presentato dal Governo non appaiono sufficienti a cambiare il giudizio rispetto all’estrema carenza di impegni in favore del Mezzogiorno, sul versante della crescita e dell’aumento dell’occupazione in maniera da contribuire a ridurre il divario con il resto del Paese in maniera significativa. Non ci sono risorse ordinarie da utilizzare per gli investimenti se non quelle rivenienti dai fondi strutturali e dal Fondo Sviluppo e Coesione, spesso utilizzate per finalità che rispondono ad interessi generali più che in maniera specifica al Mezzogiorno. Per dare un segnale tangibile di svolta, occorre un impegno solenne e sancito in un’apposita norma legislativa che vincoli la spesa nella misura dell’80% (già ridotto dal precedente impegno dell’85%) da destinare in maniera inviolabile al Mezzogiorno.

Desta inoltre preoccupazione:

•L’utilizzo delle risorse PON della programmazione 2014-2020 in maniera indiscriminata fra le regioni, con una oggettiva penalizzazione delle regioni meridionali;

•L’incertezza sulla ripartizione e sulla destinazione chiara e univoca del Fondo Sviluppo e Coesione, su cui prevale l’orientamento del Governo nazionale ad assumerne la regia, espropriando nei fatti il ruolo delle Regioni;

•Il rischio che le Regioni non abbiano sufficienti risorse nei propri bilanci autonomi per assicurare la quota di cofinanziamento dei fondi comunitari, con possibili riflessi negativi a partire già dal 2016.

Se la legge di stabilità non confermerà per il Mezzogiorno la decontribuzione totale per i nuovi assunti a tempo indeterminato da prevedere fino alla fine del ciclo di programmazione e se mancheranno meccanismi che incoraggino e stimolino gli investimenti al sud, anche in innovazione con il contestuale mantenimento dei livelli occupazionali, le preoccupazioni diventeranno ancora più evidenti e si confermerà la mancanza di volontà politica di favorire il recupero del divario.

Non bastano gli impegni che si andranno ad assumere per i 15 piani previsti dal masterplan e che comunque saranno finanziati utilizzando le risorse della programmazione e niente di aggiuntivo, serve un vostro impegno perché sia definito Piano strategico per il Mezzogiorno, che contenga non solo scelte di carattere finanziario, ma anche politiche sul versante dell’industria, dell’energia, della difesa del territorio, della dotazione di servizi e infrastrutture sociali, di creazione di nuova occupazione.

Aldilà dell’esito dei rapporti pubblicati dai vari istituti di ricerca e del facile ottimismo a più riprese ostentato, il disagio vissuto da una parte consistente del sistema sociale pugliese impone scelte che diano il senso di una sensibilità vera e di atti che nel concreto facciano sentire le persone meno sole, specialmente sul fronte del lavoro e dei diritti.

Chiediamo ai parlamentari pugliesi di spendere tutto il loro impegno per dare un segnale tangibile di svolta e di attenzione verso il Mezzogiorno.

Gianni Forte, Segretario generale Cgil Puglia