Forte su vertenza Coop: no a mobilità  ed esternalizzazioni, non scaricare crisi consumi sui lavoratori

“Non crediamo sia giusto né consono alla storia e alla mission sociale del colosso della cooperazione italiana, scaricare gli effetti della crisi dei consumi nella nostra regione sui lavoratori, su uomini e donne che mediamente percepiscono retribuzioni ben al di sotto dei mille euro. E che con quei salari devono spesso far quadrare tra enormi difficoltà i conti del bilancio familiare”.  E’ quanto afferma Gianni Forte, segretario generale della Cgil Puglia, a proposito della procedura di mobilità aperta da Coop Estense per 147 unità nei punti vendita della Puglia e in quello di Matera in Basilicata. Una vertenza che non ha trovato fino ad ora sbocchi positivi nei tavoli di trattativa tra sindacati e azienda, “nonostante la disponibilità delle categorie ad accettare flessibilità contrattuali”.

“La nostra regione – prosegue Forte – ha visto perdere dall’inizio della crisi circa 150mila posti di lavoro. Altissimo il numero di crisi aziendali e di persone che fanno ricorso ad ammortizzatori sociali. Senza contare il lavoro povero e precario. Tutto questo ha portato a una crisi reddituale che si è abbattuta anche sui consumi. Ma ai problemi oggettivi che vive il commercio e la grande distribuzione crediamo si debba rispondere con misure diverse e non tagliando altri posti di lavoro”.

Per il segretario generale della Cgil Puglia, “è difficilmente comprensibile come un colosso della cooperazione qual è quello che sta nascendo a seguito dell’unione tra Coop Estense, Coop Adriatica e Coop Nordest, con 4,9 miliardi di fatturato, non possa adottare misure alternative ai licenziamenti, esternalizzando e precarizzando il lavoro, quando anzi andrebbero sostenute l’occupazione e la crescita se si intendono rilanciare i consumi. In una regione, va ricordato, dove Legacoop ha investito tanto ma dalla quale ha anche ricevuto molto”.

“La speranza è che dal tavolo ministeriale del prossimo 4 giugno al quale sono stati convocati azienda e sindacati di categoria – conclude Forte – arrivino soluzioni che salvaguardino l’occupazione e i redditi, nel rispetto della dignità dei lavoratori ma anche di quei valori di solidarietà e mutualità che dovrebbero contraddistinguere chi opera nel settore della cooperazione”.