G20: Camusso, no cura iniqua contro crisi, serve cambio di registro

Contro una “cura controproducente e iniqua socialmente” per combattere la crisi, fatta di “azioni che hanno esageratamente concentrato l'analisi e le terapie sul pareggio di bilancio da raggiungere con la compressione delle potenzialità economiche dei paesi in deficit”, è giunto il momento di “cambiare definitivamente analisi e conseguentemente terapia: non è l'offerta di lavoro a costituire il problema, ma è la carenza di domanda, e di qualità della domanda stessa”. E' un passaggio del discorso pronunciato oggi dal segretario generale della CGIL, Susanna Camusso, nel corso del meeting tra L20 (i rappresentanti del mondo sindacale delle 20 maggiori economie mondiale) e i ministri del Lavoro e delle Finanze del G20 oggi a Mosca.

Un discorso che ha accompagnato la presentazione di un documento presentato da gruppo L20 ai ministri riuniti nella capitale russa e che, secondo Camusso, “descrive con esattezza il dilemma nel quale si trova l'Unione Europea, stretta tra ambizioni legate alle proprie origini e al proprio 'modello sociale' esemplificate nel programma di Europa 2020, e le azioni concretamente messe in atto durante la crisi”. Azioni che hanno colpito in primis paesi come Grecia e Italia ma che, soprattutto, hanno fatto dell'Eurozona “l'epicentro della crisi globale, con efeftti sociali drammatici e con conseguenze negative sulle economie degli altri paesi avanzati e di quelli emergenti”.

Per quanto riguarda la specificità italiana, Camusso ha affermato: “In Italia il governo Berlusconi aveva adottato misure sbagliate, a cominciare dal negare la crisi e poi con le prime misure restrittive prese nell'estate 2008, proprio quando la crisi stava già esplodendo negli Usa e nei Paesi con sistemi bancari più esposti”. Di qui, ha aggiunto, “una crescita notevole del debito, e un allargarsi del differenziale con la Germania che l'Unione Europea, e in particolare la Banca Centrale Europea, hanno pensato di combattere chiedendo all'Italia di intervenire su tre ambiti: compressione dei diritti previdenziali, revisione della disciplina sui licenziamenti individuali, negazione dei diritti contrattuali dei lavoratori pubblici”.

La CGIL e i sindacati confederali, ha aggiunto Camusso nel suo intervento a Mosca in rappresentanza di CGIL Cisl Uil, “hanno combattuto contro questa impostazione”, rimarcando quindi che “non è l'offerta di lavoro a costituire il problema, ma è la carenza di domanda, e di qualità della domanda stessa”. Una prospettiva da cui prende le mosse “il progetto della CGIL che - ha precisato Camusso - abbiamo voluto chiamare Piano del Lavoro, come le proposte delle altre confederazioni italiane, in sintonia con analoghi programmi per il lavoro e lo sviluppo sostenibile proposti da altri sindacati in Europa e nel mondo” e che ha alla base, ha sintetizzato il leader di corso d'Italia, “due filoni centrali di proposte che sono: il rilancio della domanda e la sua qualificazione nel segno della sostenibilità ambientale”.

Per Camusso, infatti, “dopo cinque anni di crisi si conferma che i soli ammortizzatori sono insufficienti a tutelare i posti di lavoro, mentre bisogna modificare il quadro macroeconomico con investimenti pubblici mirati, una riforma fiscale che riduca le tasse sul lavoro, il sostegno alla creazione di posti di lavoro stabili, il rafforzamento delle istituzioni pubbliche per un mercato del lavoro attivo”. Ed è anche per questo, “che è necessario ripensare la politica economica nell'Unione Europea e nel nostro paese, affinché il tessuto industriale sia indirizzato verso le produzioni innovative ed in grado di diffondere nell'economia il valore della sostenibilità ambientale, così come la promozione e la partecipazione a catene globali del valore basate sulla qualità dei posti di lavoro e non sulla violazione dei diritti e delle regole”. Questo quindi il messaggio portato da Camusso al G20, il messaggio del Piano del Lavoro della CGIL, così come delle proposte degli altri sindacati italiani, in linea con il documento presentato dal gruppo L20 e consegnato ai Ministri del Lavoro e delle Finanze riuniti a Mosca.

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