“Dal 2002 al 2014 gli emigrati dal Mezzogiorno sono stati oltre 1,6 milioni e il 51% di questi aveva tra i 15 e i 34 anni. In Puglia secondo le stime della Fondazione Migrantes nel 2015 hanno lasciato la regione oltre 5mila uomini e donne e la quota di emigranti pugliesi in possesso di laurea è – fonte Svimez - del 32,5%. Come questo impoverimento generazionale, intellettuale, sociale di tutto il Mezzogiorno non possa interessare un ministro della Repubblica è scandaloso e le offese che ha rivolto ai giovani che spesso non hanno deciso ma sono stati costretti ad emigrare sono inaccettabili”. E’ quanto dichiara il segretario generale della Cgil Puglia in merito alle affermazioni del responsabile del dicastero del Lavoro, Giuliano Poletti.
“E’ evidente a tutti da cosa fuggono questi nostri giovani. Da un precariato che impoverisce le vite e avvilisce i percorsi di studi. Fuggono da salari da fame e dal ricatto di un reddito a qualunque, costo grazie al jobs act che permette di licenziare come e quando si vuole. Fuggono da una regione, la Puglia, che ha visto esplodere i voucher da 1,1 milione del 2013 ai 5,7 milioni del 2016, dato aggiornato a ottobre”.
Altro che aver creato reddito e fatto emergere lavoro nero, commenta Gesmundo: “Gli utilizzatori in Puglia nel 2015 sono stati poco oltre 100mila, per una media di 43 voucher a testa e un reddito di 320 euro, se reddito si può chiamare. Questo strumento ha impoverito e precarizzato ancor più il mercato del lavoro ed è servito invece a nascondere lavoro nero e grigio. E se anche fosse vera una sola delle due ipotesi, trova fondamento quanto ha sempre affermato la Cgil che ha raccolto oltre un milione di firme per sostenere un referendum con il quale si chiede di abrogare i voucher. Attendiamo la decisione della Consulta sull’ammissibilità dei quesiti, ma il fallimento e la bocciatura prima ancora che dai cittadini è stata decretata dai numeri”.