Governo: Camusso, verificheremo nel merito la volontà di fare l'accordo
Seconda tappa del confronto tra parti sociali e Governo sulla riforma del lavoro e per la crescita del Paese. Dopo la falsa partenza della settimana scorsa sindacati, imprese e Governo si sono seduti nuovamente al tavolo a palazzo Chigi per discutere nel merito i provvedimenti per la riforma del mercato del lavoro. Sono quattro i temi caldi annunciati nel precedente incontro dal ministro del welfare Elsa Fornero: Tipologie di impiego; Apprendistato, formazione e aggiornamento professionale; Flessibilità, produttività e sviluppo; Ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro e servizi all'impiego. Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso al termine dell'incontro, seppure utilizzando il condizionale “obbligatorio”, ha espresso apprezzamento per “l'intento del governo di voler lavorare per fare un accordo”, auspicando, tuttavia, che alle parole seguano i fatti e non ci si limiti ai “tanti annunci visti in giro che non sono stati ripetuti nella discussione”. Per la CGIL la riforma del lavoro non basta a risolvere i problemi occupazionali che la crisi ha generato nel Paese, “non si possono costruire illusioni” ha detto Camusso, la riforma “può aiutare ma non determina la creazione di posti di lavoro”.In generale, per la leader della CGIL i titoli presentati al tavolo odierno “sono corretti, ora inizia la fase più complicata”. Camusso lamenta, infatti, la grave assenza nel confronto con il Governo di due nodi di fondamentale importanza: il fisco, lo sviluppo e la crescita del Paese, che non può esserci senza risorse. “Su l'equità – afferma la dirigente sindacale della CGIL - non siamo andati benissimo, sulla crescita per ora ci sono solo annunci. Se non c'è un intervento pubblico – spiega -, non nel senso di una nazionalizzazione ma nel senso di indicare dove vanno le risorse e quali le priorità, è difficile che un'economia riparta”. Sui salari, prosegue Camusso “non va bene ragionare solo in termini di produttività e non di fisco. In una stagione recessiva e di riduzione così consistente del sistema produttivo del paese – avverte - dire che tutto è collegato alla produttività vuol dire che non si ragiona del reddito dei lavoratori”.Nell'affrontare il problema 'risorse' Camusso tira in ballo il tema, tanto discusso in questi giorni, degli ammortizzatori sociali, affermando “abbiamo apprezzato che sulla Cassa integrazione c'è un atteggiamento diverso del ministro rispetto alle cose precedenti”, ma secondo la leader della CGIL ora è necessario “uno strumento universale” che “senza risorse resta un'affermazione che non si traduce in una protezione. Il centro della discussione – insiste - rimane quello di reperire le risorse perchè la Cassa integrazione non è uno strumento sufficiente”.Infine, riferendosi alla riforma sulle pensioni, Camusso ribadisce che “apre dei problemi per le persone, non si può dire semplicemente che si arrangeranno”. Un passo avanti, invece, secondo il Segretario Generale della CGIL è il fatto di “ammettere che c'è una flessibilità cattiva, che noi chiamiamo precarietà”. Su questo punto Camusso commentando la battuta del premier Monti sulla 'monotonia' del posto fisso, ammonisce “più che usare battute bisognerebbe indicare” ai disoccupati o a chi rischia di perdere il posto “qual è la strada che il Paese intende intraprendere”.