La città di Taranto ha pagato un prezzo troppo alto per contribuire all’interesse nazionale in termini di produzioni siderurgiche, energetiche e per mantenere un insediamento militare fortemente invasivo.
La proposta di cui si fa portatrice la Regione Puglia di una legge speciale per Taranto ci sembra non solo opportuna, ma l’unica strada per rendere compatibile l’insediamento industriale tarantino con gli interessi della città, a partire dalla salvaguardia del diritto alla salute.
Ci sembra inoltre assolutamente da sostenere l’idea di un legge regionale che consenta di rendere inevitabile la copertura dei parchi minerali. Si tratta di seguire la stessa strada intrapresa per la legge contro la diossina che ha prodotto buoni risultati. Le resistenze del gruppo Riva devono essere superate. Peraltro già gli atti di intesa a suo tempo sottoscritti dallo stesso gruppo prevedevano l’impegno alla copertura che puntualmente è stato disatteso.
Occorre una fase nuova. In questa direzione non si può che partire con la riapertura dell’AIA.
Ci aspettiamo che il governo nazionale non stia a guardare e che invece contribuisca non solo ad affrontare l’emergenza ma a dare un futuro all’industria in un sistema economico da essa fortemente dipendente.
Il rigore nel sostenere la necessità di ulteriori interventi per la salvaguardia dell’ambiente è l’unico modo per salvaguardare il sistema industriale, che altrimenti rimarrebbe travolto da un insanabile conflitto.