In Puglia persi 50mila posti di lavoro, Cgil Cisl Uil: enti accelerino su attuazione piani per occupazione

I dati Istat sull’occupazione, laddove ci fosse stato bisogno, hanno solo avvalorato la situazione drammatica che si va determinando per l’aumento spropositato di senza lavoro, specialmente fra i giovani e coloro che in età avanzata sono stati espulsi dal processo produttivo. Complessivamente in Puglia gli occupati sono passati da 1.172.000 del secondo trimestre 2013 a 1.156.000 dello stesso trimestre 2014. E’ bene ricordare che prima della crisi gli occupati superavano di parecchio la soglia di 1.200.000. Aldilà della percentuale di disoccupati, il dato rilevante è che si sono persi oltre 50 mila posti di lavoro. Un crollo a cui ha dato un contributo notevole il manifatturiero il cui peso in termini di numero di addetti è passato in maniera progressiva dagli inizi del 2000 dal 20,6 al 15,1%.

 

L’accordo per il quale CGIL CISL UIL di Puglia si sono battuti e che è stato sottoscritto il 28 luglio scorso con la Regione Puglia per il “lavoro di cittadinanza” può rappresentare una risposta a chi è in cerca di lavoro e vive in condizioni disperate di reddito. Si tratta di dare alle persone un minimo di speranza, con la convinzione che c’è chi si fa carico della propria condizione, offrendo lavoro e non assistenza. I 46 milioni di euro immediatamente disponibili sono importanti. Vanno aggiunte quelle che i Comuni possono mettere a disposizione (il Comune di Bari ha stanziato 400 mila euro). C’è tanto lavoro da fare perché l’accordo sia diffuso fra le amministrazioni locali che possono trovare interesse, ma è anche necessario che gli assessorati regionali competenti emanino le linee guida e predispongono la strumentazione per i bandi e comunque coinvolgano le imprese interessate alla collocazione dei disoccupati. Vanno però accelerati i tempi. Ed è per questo che CGIL CISL UIL di Puglia hanno inviato una lettera alla Regione per sollecitare il rispetto dei tempi rispetto agli adempimenti necessari.

 

Allo stesso modo sono stati sottolineati i ritardi che l’attuazione del Piano Garanzia Giovani sta registrando. Sono ancora pochi i giovani che rispetto alla platea stanno aderendo e ancora meno le imprese coinvolte. Anche questo strumento, nonostante le notevoli risorse a disposizione, non può essere vanificato da difficoltà burocratiche legate anche alle disfunzioni dei centri per l’impiego. Un fallimento del Piano contribuirebbe ad alimentare il clima di sfiducia dei giovani, sempre più soli e delusi.