Un esercito di lavoratori in nero, quasi 3 milioni, che produce 102,5 miliardi di Pil irregolare (pari al 6,5% della ricchezza nazionale) sottraendo alle casse dell’erario statale quasi 44 miliardi l’anno. Con la Puglia che presenta 233mila irregolari stimati 233mila con un incidenza del sommerso sulla ricchezza regionale pari all’11,3%.
Numeri tratti da uno studio realizzato dalla CGIA di Mestre che ha provato a dimensionare il fenomeno del lavoro irregolare presente in Italia. A livello territoriale la regione più colpita è la Calabria, dove l’incidenza del lavoro nero sul Pil sfiora l’impressionante quota del 19%. Ma in generale è tutto il Sud a soffrire la presenza dell’economia irregolare: quasi la metà – 19,2 miliardi su 43,7 totali – del gettito evaso riguarda le regioni del Mezzogiorno. Numeri aggravati negli anni dalla crisi e nero che coinvolge lavoratori dipendenti che fanno il secondo lavoro, cassintegrati o pensionati che arrotondano, disoccupati in attesa di ritrovare un impiego stabile.
Proprio la recessione che sta mietendo posti di lavoro e riducendo il potere d’acquisto dei redditi è alla base della forte impennata – secondo la CGIA – di quanti non avendo alternative accetta lavori irregolare per provare a sbarcare il lunario. Al punto da arrivare a definire il sommerso, proprio nel Mezzogiorno, come un vero e proprio ammortizzatore sociale, anche se con un corollario tristemente noto di sfruttamento, manza di sicurezza, sottosalario. E’ soprattutto il caso nella nostra regione di un settore come quello dell’agricoltura, dove secondo stime della Direzione Regionale del Lavoro per la Puglia, quasi la metà dei braccianti al lavoro nelle aziende ispezionate era irregolare.
“Nessuno vuole elogiare il lavoro nero – afferma Giuseppe Bortolussi, segretario dell’associazione artigiana – anche perché va ricordato che chi pratica attività irregolare fa concorrenza sleale nei confronti di quegli operatori economici che non possono o non vogliono evadere”. Una sorta di “dumping” che finisce col premiare l’economia “cattiva” e rischia di uccidere nel Sud del Paese quella “buona”.
Si seguito, la tabella del lavoro sommerso per regioni secondo lo studio della CGIA di Mestre.
REGIONE - LAVORATORI - INCIDENZA - STIMA GETTITO IRREGOLARI SU PIL EVASO
CALABRIA 181.100 18,6% 2.693
BASILICATA 45.600 14,7% 678
MOLISE 27.000 14,6% 401
SARDEGNA 132.300 13,7% 1.967
SICILIA 306.200 12,3% 4.553
PUGLIA 232.700 11,3% 3.460
CAMPANIA 299.500 10,8% 4.453
ABRUZZO 69.100 8,1% 1.027
UMBRIA 43.000 6,9% 639
LIGURIA 80.000 6,3% 1.190
PIEMONTE 227.200 6,3% 3.378
FRIULI V.G. 61.800 5,9% 919
LAZIO 279.700 5,8% 4.159
MARCHE 66.800 5,6% 993
VALLE D'A. 7.300 5,6% 109
TOSCANA 151.900 5,0% 2.259
VENETO 192.900 4,6% 2.868
E.ROMAGNA 173.300 4,3% 2.577
TRENTINO A.A. 39.100 3,9% 581
LOMBARDIA 322.000 3,4% 4.788
ITALIA 2.938.500 6,5% 43.493