Il settore Cultura e Spettacolo della Puglia in crisi si mobilita per denunciare la disattenzione della politica
Che da tempo la politica regionale si stesse disinteressando delle imprese culturali pugliesi era ormai chiaro, ma che si adottassero scelte così esplicitamente tese ad abbandonare l’intero comparto al proprio destino, lo si è compreso a seguito del partenariato cultura tenutosi il giorno 24 scorso.
Dopo mesi di appelli, richieste, attese vane e incontri tra associazioni di categoria, sindacati e stakeholders, alle imprese pugliesi è stato chiaramente comunicato che non potranno più contare su risorse sufficienti per la programmazione delle attività e il mantenimento dei livelli occupazionali.
Si tratta di luoghi e operatori dello spettacolo che, grazie anche alla lungimiranza della Regione Puglia nell’ultimo decennio, hanno contribuito a creare occupazione e ad incrementare il PIL regionale, si trovano oggi dinanzi a scelte incomprensibili e tagli insostenibili.
L’anno non era cominciato sotto i migliori auspici: l’abbandono dell’assessore Bray per ragioni personali; le dimissioni della maggioranza dei componenti il C.D.A di Apulia Film Commission; l’approvazione del bilancio di previsione 2022 con un taglio del 70% delle risorse rispetto ai 10 milioni richiesti e, infine, la decisione del presidente Emiliano a febbraio di trattenere per sé la delega alla cultura conferendo all’assessore Lopane la sola delega al turismo.
Questo stato di cose ha fortemente minato la capacità della Regione di farsi carico delle necessità del settore, generando scelte discutibili e alle volte autoreferenziali da parte delle strutture, come i gravi fatti di cronaca recente testimoniano, a detrimento dell’immagine e dei reali interessi di un comparto che – proprio perché pesantemente danneggiato dalla pandemia – ora più che mai ha bisogno di sostegno per preservare quanto sin qui realizzato e dar seguito al suo potenziale di crescita nell’interesse del lavoro e dell’economia regionale.
Il Partenariato evidenzia come i tagli da ultimo prefigurati non solo costituiscano un errore strategico, ma risultino ancor più intollerabili alla luce delle risorse che invece la Regione non fa mancare a grandi eventi spesso effimeri che durano qualche giorno a discapito delle imprese che operano e generano economia e lavoro sul nostro territorio tutto l’anno.
Per questo AGIS ANEC, SPETTACOLO DAL VIVO, ANESV, AGICI, CNA Cinema e audiovisivo Puglia, Confartigianato, Confcooperative Cultura Turismo Sport, Confcommercio, CNA Cinema e audiovisivo Puglia, C.Re.S.Co, Distretto Puglia Creativa, unitamente a SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, CISAL PUGLIA, che partecipano al partenariato culturale, chiedono alle forze politiche di maggioranza e opposizione in Consiglio regionale una immediata integrazione delle risorse di settore per le imprese culturali nel prossimo assestamento di bilancio previsto a luglio.
Al presidente Emiliano chiedono, a garanzia di un non più rinviabile percorso di reale rinnovamento e rilancio, di sanare l’attuale situazione conferendo i pieni poteri ad un assessorato che possa dedicarsi con la giusta cura al settore e che possa garantire, in ogni frangente, il rispetto delle regole, delle norme e dei contratti fuori da ogni personalismo, assumendo le necessarie decisioni per il ritorno alla piena operatività delle agenzie e degli enti di supporto all’industria culturale pugliese, troppo spesso non in condizione di fornire risposte rapide ed efficaci.
Chiediamo, inoltre, di assumere le necessarie decisioni per il ritorno ad una piena operatività dell’AFC che, sebbene per svariati motivi si trovi da tempo in Impasse su diversi fronti operativi, ha però trovato il tempo e le risorse economiche per sponsorizzare un festival cinematografico dai risvolti -purtroppo noti alla recente cronaca - letteralmente disastrosi, oltre che gravissimi anche per l’immagine della Regione.
Ebbene non c’è più tempo.
Imprese e lavoratori, insieme, non accettano di vedere così vanificati i sacrifici, gli sforzi e il lavoro duro, durissimo, che hanno continuato a fare per sopravvivere finanche in questo difficile frangente storico.