Morte migrante al Cara: serve più Stato, superare condizioni di accoglienza non sostenibili

Dichiarazione del Segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana, Domenico Ficco

La morte del migrante ospite del Cara di Bari richiama le responsabilità dello Stato che in quei luoghi deve garantire la piena tutela della persona. Al di là delle dinamiche da accertare rispetto al decesso, la protesta degli ospiti del Centro ha trovato nel tragico evento la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso di un sistema di presa in carico dei migranti che non regge, per le condizioni logistiche estreme, nonostante gli sforzi di chi lavora all’interno del Cara e il dialogo e la collaborazione che come Cgil abbiamo incontrato nella Prefettura e dell’Amministrazione comunale. Da settembre il Prefetto ha autorizzato all’interno del Centro un presidio settimanale della nostra organizzazione, che prova a prendere in carico bisogni e istanze degli ospiti. Il sistema di accoglienza si scontra con i ritardi nell’ottenimento di un documento di identità – anche a causa della scarsità del personale nelle Pubbliche amministrazioni e del sovraccarico di lavoro - che permetterebbe ad esempio ai migranti di accedere direttamente a una struttura sanitaria. Consapevoli che i presidi medici all’interno del Centro non sono in grado di garantire uno spettro completo di intervento emergenziale. C’è bisogno di più Stato, di un sistema di accoglienza dignitoso, diffuso, che eviti la ghettizzazione. È uno degli aspetti che reclama la presenza di una risposta pubblica, dalla sanità all’istruzione fino alle politiche di integrazione e inclusione. Altrimenti a pagare saranno queste persone, e nel tritacarne finiscono anche lavoratori e lavoratrici che in condizioni di estrema difficoltà operano nel sistema attuale di accoglienza. Comprendiamo la protesta degli ospiti, chiediamo che il Governo assuma iniziative urgenti per garantire in questo luoghi condizioni di vita dignitose, e manifestiamo cordoglio e vicinanza per un giovane che in Europa magari sperava di trovare condizioni di vita migliori di quelle che aveva lasciato. Anche in questa emergenza stiamo dialogando con ospiti, gestore e istituzioni - prassi consolidata del nostro agire - per evitare che rivendicazioni legittime possano trasformarsi in problemi di ordine pubblico con buona pace di chi criminalizza la condizione stessa di migrante, come sta provando a fare il Governo con il DDL Sicurezza per bieca propaganda politica.