Per il sindacato saranno devastanti le ricadute su occupazione, specie nel settore delle costruzioni, che su welfare e qualità della vita
Il ministro anti Mezzogiorno Raffaele Fitto colpisce ancora. Nascondendo dietro la cantilena della rimodulazione la effettiva cancellazione in Puglia di oltre 1500 progetti per 897 milioni di euro finanziati dal PNRR sulla base di progetti presentati dagli enti territoriali. Così CGIL Puglia e Fillea CGIL regionale commentano l'ultima bugia del governo Meloni che ancora una volta colpisce i lavoratori e il sistema del welfare, in particolare nel Mezzogiorno d'Italia.
“Quando si mette mano a interventi di messa in sicurezza del territorio, contrasto al degrado, addirittura ridestinazione di immobili confiscati alle mafie e quindi a sostegno all’affermazione di processi legalitari quanto mai necessari nei nostri territori, c’è un approccio evidentemente ideologico - sottolinea la segretaria generale Gigia Bucci -. Si vuole accentrare la gestione delle risorse, si intende punire il protagonismo delle amministrazioni locali, si assesta ancora una volta uno schiaffo al Sud e ai territori più fragili dal punto di vista sociale. E meno male che i finanziamenti del piano dovevano servire soprattutto a colmare divari territoriali, sociali e generazionali. In attesa di capire con quali risorse avverrà la fantomatica rimodulazione, la mancata realizzazione degli interventi, penso alla costruzione di opere per rafforzare la sanità territoriale o le scuole, le bonifiche delle città e la tutela del territorio, la rigenerazione urbana alle infrastrutture di mobilità, fino all’efficientamento energetico che è uno dei target più importanti raccomandato dall’Unione Europea, avrà ricadute sulla qualità della vita delle persone e ovviamente sul versante occupazionale”.
Il settore più colpito è quello delle costruzioni, “ovvero il comparto che ha trainato lo scorso anno, grazie soprattutto a bonus e superbonus edilizi ed energetici – spiega Ignazio Savino, che guida la Fillea regionale – tutti gli indicatori positivi dell’economia, dal Pil al mercato del lavoro. Un settore notoriamente anticiclico fondamentale anche nel contesto pugliese. Come Fillea a ogni livello stiamo denunciando a ogni livello che questo procedere tradisce la stessa filosofia del Pnrr e presenta tante ombre che riguardano in particolare interventi che ricadono nella filiera delle costruzioni e che puntavano a riqualificare le città, a costruire integrazioni tra centro e periferie attraverso servizi di varia natura, a mettere in sicurezza strutture pubbliche e a realizzarne di nuove”.
Basta leggere l’elenco dei principali interventi oggi de finanziari per capire le ricadute: in soffitta per ora finisce il polo di formazione artistica e musicale da realizzare nella ex Caserma Sonnino a Bari, così come il recupero funzionale a Barletta dell’ex Convento Sant’Andrea. Ancora, la realizzazione del parco multifunzionale a Bari sull’area dell’ex Fibronit, tra i siti di interesse nazionale per la bonifica da amianto; la rifunzionalizzazione dell’area ferroviaria dismessa in Via Torpisana a Brindisi con aree verdi, parcheggio pubblico e cerniera di mobilità; la riqualificazione ecologica della circonvallazione cittadina a Lecce a sostegno anche della mobilità sostenibile e aumento di zone verdi; l’intervento nell’area dell’ex inceneritore di via San Severo a Foggia, con bonifica del sito; la manutenzione straordinaria con efficientamento energetico degli alloggi di edilizia popolare a Massafra.
“La cosiddetta rimodulazione dettaglia il segretario della Fillea Cgil – interessa 285 progetti per 364 milioni di euro nell’area metropolitana di Bari. 536 progetti per 171 milioni di finanziamento in provincia di Lecce. 327 progetti per 118 milioni in provincia di Foggia. 147 progetti per 94 milioni in provincia di Brindisi. 66 progetti per 79 milioni in provincia di Barletta Andria Trani. 145 progetti per 69 milioni in provincia di Taranto. Senza un dettaglio su dove attingere le risorse – a livello nazionali sono stati rimodulati interventi per 16 miliardi – non possiamo che parlare al momento di progetti cancellati”.
“Non ci stiamo all’idea che il tutto possa ricadere sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione – conclude la segretaria generale della Cgil pugliese, Gigia Bucci -. Per due ragioni molto semplici: la prima è che a valere su quei finanziamenti c’è già una griglia di progetti da realizzare, e ora comprendiamo il tentativo di dirottare su soli investimenti quei soldi, spogliando la programmazione delle Regioni degli interventi fondamentali di sostegno a politiche sociali e culturali. Fitto prova così a dirottare su questo programma quanto definanziato dal Pnrr. La seconda ragione è sostanziale: le risorse del Fondo sociale europeo sono lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuale le politiche per lo sviluppo e la coesione. La Puglia assieme a tutte le regioni del Sud reclama queste risorse e il rispetto del vincolo del 40% dei finanziamenti del Pnrr. Questi giochi di prestigio provano a sottrarre soldi al Mezzogiorno, ed è singolare che l’artefice sia il ministro per il Sud”.