Le notizie pubblicate in questi giorni relative agli investimenti di aziende importanti del settore aeronautico che interessano direttamente la realtà brindisina, sono la conferma che gli insediamenti industriali presenti sono strategici nell’ambito di programmi industriali nazionali ed internazionali. Una forte iniezione di ottimismo per una provincia che ha toccato, con le ultime rilevazioni dell’Osservatorio sul mercato del lavoro, il record negativo del 30% di disoccupazione.
Parliamo di realtà come G.E./Avio e Salver che contano un numero di lavoratori diretti di circa 650 la prima e di 310 la seconda, quasi un migliaio di lavoratori che, grazie agli accordi di questi giorni e alla compartecipazione anche della parte pubblica regionale, attraverso importanti contratti di programma sottoscritti in questi anni, aumenteranno non solo sul versante produttivo ma anche su ricerca e innovazione, carta vincente per vincere la sfida del mercato globale. Così come deve essere una sfida per tutta la rete delle piccole e medie imprese dell’indotto che devono saper fare sistema e migliorare la qualità del prodotto, come per esempio ha saputo fare GSE, che oggi conta circa 400 addetti. Un sistema di aziende dell’indotto che deve superare la mono-committenza a traino dei grossi gruppi che è troppo rischiosa per la stabilità aziendale e di conseguenza per tutte le maestranze. E’ il caso Di Dema, vertenza aperta a Brindisi, che interessa 118 dipendenti, con una CIGS straordinaria avviata per 53 lavoratori dal 25 gennaio: il venir meno della commessa di Finmeccanica Helicopters Division (ex Augusta Westland) ha messo in crisi Dema, pur sapendo che comunque la situazione di rischio si era già prospettata e affrontata nel corso del 2015 con un impegno da parte di Dema a sviluppare un piano industriale per differenziare le attività. Ma le nuove strategie industriali messe in atto da Finmeccanica con Moretti, rischiano di mettere in ginocchio l’intero sistema dell’indotto aeronautico brindisino e pugliese.
Questi i temi di approfondimento che si sono affrontati oggi a Bari in un incontro specifico con Maurizio Landini, Segretario Generale Nazionale Fiom, cui hanno partecipato, oltre ai livelli territoriali di CGIL e Fiom, anche i lavoratori in CIGS di Dema e la RSU Fiom di Augusta.
Al segretario Maurizio Landini sono state evidenziate le criticità legate alla vertenza dei lavoratori DEMA di Brindisi, per permettere anche ai livelli nazionali della FIOM di conoscere gli impegni già assunti dall’azienda nella figura dell’AD Starace al tavolo della Regione Puglia, alla presenza degli Assessori regionali al Lavoro e allo Sviluppo Economico, in merito all’attuazione di un nuovo piano industriale per diversificare le attività, per cui è stata richiesta la disponibilità a Regione a sottoscrivere uno specifico Accordo di Programma per lo sviluppo. Ciò per allontanare lo spettro di una eventuale chiusura del sito brindisino.
Nel corso della riunione si è comunque discusso della nuova politica che Finmeccanica sta attuando sugli appalti, contraendo di molto le attività da esternalizzare, ma con una tempistica che di fatto mette a rischio centinaia di posti di lavoro dell’indotto. Se poi internalizzare significa, di fatto, delocalizzare in Polonia è chiaro che la preoccupazione e che si perdano posti di lavoro e professionalità acquisite in tutti questi anni.
E’ chiaro quindi che va rivendicata una responsabilità sociale di tutta Finmeccanica, a partire dall’incontro già fissato al Ministero dello Sviluppo Economico per il prossimo 9 febbraio a cui anche Fiom Nazionale garantirà la partecipazione.