“Non ci è stato presentato un piano industriale bensì un piano di tagli lineari di personale e sedi. Si parla tanto di Banca Popolare di Bari come banca del territorio, modello strategico in una fase come questa, dove per superare la crisi causata dall’emergenza sanitaria avremmo bisogno di un istituto in grado di avviare un dialogo proficuo con i lavoratori e le sue rappresentanze sindacali e quindi con il sistema produttivo e le istituzioni del territorio. Ma le azioni delineate non ci sembra possano avvalorare una lettura di questo tipo”.
E’ quanto affermano in una nota congiunta il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, e la segretaria generale della Fisac Cgil regionale, Lia Lopez, sui programmi futuri dell’istituto di credito elaborati dai commissari straordinari e illustrati ai sindacati della banca.
“Ci aspettavamo un piano che delineasse il rilancio di questa azienda, capire quale potrebbe essere il futuro di questa importante realtà e se un futuro ci potrà essere. Ma quelli presentati sono interventi di efficientamento e riorganizzazione basati solo sui tagli dei costi, e i dati che ci sono stati forniti sono confusi, contraddittori e non raffigurano una Banca molto diversa da quella attuale”, affermano i sue dirigenti sindacali. Come si fa a parlare di banca del territorio, addirittura di banca del Sud quando si chiudono 94 filiali, si abbandona la Calabria, si chiudono più della metà delle filiali nelle Marche e si dimezza la presenza in Abruzzo?”
Così come pesanti sono gli interventi sul personale: “Sono stati dichiarati 900 esuberi su 2.642 dipendenti, ma in realtà i lavoratori che potrebbero andar via sono molti di più se si considerano sia le esternalizzazioni di alcune attività - solo annunciate senza alcun dettaglio - e le conseguenze delle chiusure di filiali in regioni lontane con il ricorso a una mobilità territoriale selvaggia, che si tradurrebbero in alcuni casi in ulteriori risoluzioni di rapporti di lavoro”.
“Quel che ci aspettavamo erano risposte sul modello di banca, al servizio delle imprese ma anche delle famiglie, e invece non è chiara quale sarà l’offerta di prodotti e le condizioni alla clientela, non è chiaro come si distribuirà nei vari territori in cui dovrebbe continuare ad operare – concludono Cgil e Fisac Puglia -. Questo per la Popolare di Bari deve finalmente essere il tempo della trasparenza, vogliamo sapere cosa si intende fare per il territorio, per gli azionisti delusi, per salvaguardare i livelli occupazionali. Non siamo disponibili ad accordi in cui l’unica certezza è che si farà pagare ai lavoratori la riduzione dei costi, senza idee chiare sulla propria mission, sui servizi, sulle politiche commerciali. Avremmo voluto di contro un piano che partisse dal rispettare e valorizzare i dipendenti e i clienti che a questa azienda tanto hanno già dato”.