“C’è un Paese che arretra sul piano economico e industriale, c’è un lavoro che vede sempre più salari da fame e con i redditi erosi dall’inflazione, c’è una povertà in aumento, e la priorità di questo Governo è impugnare la legge della Regione Puglia che introduce un minimo salariale”. È il commento della segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, rispetto all’azione avviata dal Consiglio dei Ministri in relazione alla norma n.30 del 21 novembre 2024, per interventi finalizzati alla tutela della retribuzione negli appalti dell’ente regionale.
“Abbiamo da poco presentato – aggiunge Bucci – dati che descrivono il mercato del lavoro nella nostra regione, caratterizzato da precarietà, fortissima stagionalità e da bassi salari. Con quasi 180mila domande di Naspi nel 2023, il cinquanta per cento in più rispetto al 2021. In questo scenario il Governo, dopo aver negato anche solo una discussione parlamentare sul salario minimo, quando sceglie di intervenire sul lavoro lo fa solo peggiorando la condizione di lavoratori e lavoratrici”.
A fronte dell’impugnativa dell’esecutivo, la Cgil Puglia “chiede alla Regione di attivare con urgenza un tavolo tecnico per studiare misure e azioni volte alla tutela della dignità salariale e occupazionale in Puglia, nonché il rispetto dei contratti maggiormente rappresentativi stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali”.