Sciopero all’ex ILVA Taranto il 28 settembre, sostegno di Cgil nazionale e Cgil Puglia

Nota congiunta del Segretario confederale nazionale Pino Gesmundo e della Segretaria generale della Cgil pugliese Gigia Bucci: il Governo svolga il suo ruolo e dia risposte a lavoratori e territorio

Pieno sostegno ai lavoratori di Acciaierie d’Italia e alle Federazioni di CGIL CISL UIL Taranto dei lavoratori metalmeccanici, degli edili, degli elettrici, dei chimici, dei trasporti, dei servizi e della somministrazione di lavoro che hanno indetto uno sciopero di 24 ore per la giornata del 28 settembre prossimo arriva dalla Cgil nazionale e dalla Cgil Puglia, per voce del segretario confederale Pino Gesmundo e della segretaria generale regionale Gigia Bucci. I lavoratori assieme alle categorie avanzano gravi denunce come l’assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti produttivi, che mette a rischio salute e vita degli operai, con i lavoratori degli appalti che soffrono per i ritardi nei pagamenti dell’azienda alle imprese dell’indotto, il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, con le opere di ambientalizzazione del siderurgico – nonostante i corposi finanziamenti pubblici – non ancora completate e la modifica unilaterale dei patti parasociali avvenuta senza coinvolgere le sigle sindacali.

 

“Condividiamo e sosteniamo le preoccupazioni e le rivendicazioni di Cgil Cisl Uil di Taranto – afferma Bucci -. Per la Puglia il futuro dell’ex Ilva è fondamentale rispetto ai destini di quel territorio e dei lavoratori coinvolti: la sola vertenza delle acciaierie riguarda il doppio dei lavoratori coinvolti in tutte le vertenze aperte oggi sul tavolo della task force regionale per l’occupazione. C’è bisogno di dare risposte su un vero piano industriale, che rispetti gli impegni sui processi di transizione ecologica del siderurgico. In questo senso non aiutano silenzi e scelte incomprensibili del Governo, come il taglio delle risorse per la decarbonizzazione previste nel Pnrr. Siamo al fianco dei lavoratori tutti, diretti e indiretti, e continueremo con forza a chiedere risposte dal management e dai rappresentanti istituzionali”.

Sostegno e vicinanza ai lavoratori e alle sigle sindacali coinvolte è ribadita dal segretario confederale della Cgil, Gesmundo: “Deve essere chiaro che quella dell’ex Ilva è una vertenza che ha valore nazionale perché l’acciaio è un asset strategico per ogni paese industrializzato e che l’Italia non può e vuole dipendere esclusivamente da altri mercati. Rivendichiamo da tempo un maggiore protagonismo del Governo e del Ministero per il Made in Italy, in primis correggendo un’impostazione del management chiusa al dialogo con le parti sociali, in ragione dell’importante partecipazione pubblica che avviene con il denaro di tutti i cittadini. Serve chiarezza sul futuro industriale, sui processi di transizione ecologica, lo si deve a migliaia di lavoratori che da troppi anni vivono una condizione di forte sofferenza e a un territorio che ha pagato un costo sociale e ambientale alto e non merita ulteriori penalizzazioni”.