Presidio dei lavoratori all’interporto di Bari nel primo dei due giorni di mobilitazione nazionale indetta dalle categorie dei trasporti di Cgil Cisl Uil. Tra le richieste delle associazioni datoriali l’aumento da 39 a 40 ore senza adeguamento salariale
Primo dei due giorni di sciopero e presidio presso l’interporto di Bari per i lavoratori del settore della logistica e delle spedizioni nell’ambito della mobilitazione nazionale indetta dalle categorie dei trasporti di Cgil Cisl Uil per il rinnovo del contratto unico di settore, scaduto da 22 mesi. “Parliamo di un settore in Puglia molto frammentato con imprese di piccola dimensione: sono 7.600 imprese con 38.500 addetti; di queste oltre 900 sono cooperative con 10mila dipendenti”, spiega Maria Teresa Debenedictis, segretaria generale della Filt Cgil di Puglia. “Davanti a un contratto di filiera che rappresenta uno strumento di tutela universale, le associazioni datoriali chiedono cose inaccettabili. Come legare la 14esima mensilità al premio di risultato, passare da 39 a 40 ore di lavoro settimanali senza aumenti salariali, l’abbattimento di diritti e tutele in un settore dove vi sono già larghe sacche di illegalità. Rifiutano anche la clausola sociale nei cambi di appalti, con un sistema di subappalti diffuso che rende nebulosa la catena delle responsabilità. La nostra è una vertenza che chiama in causa la qualità del lavoro in un settore cruciale per il nostro sistema economico”.
Sostegno alla lotta dei lavoratori della logistica arriva dal segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo: “Le rivendicazioni sono sacrosante e un grazie va ai quei lavoratori che oggi e domani hanno deciso di scioperare, perché sappiamo quante pressioni hanno ricevuto per non aderire alla mobilitazione indetta dalle categorie di Cgil Cisl Uil. Bassi salari e diritti negati non possono fare il paio con un settore in espansione, strategico per il sistema complessivo dei trasporti e dal cui funzionamento dipende anche la competitività delle imprese, soprattutto al Sud e nella nostra regione, costretti a fare i conti con costi più elevati a causa del deficit infrastrutturale. Un gap che non può scaricarsi però su lavoro, tutele, sicurezza. Una vertenza quella del contratto della logistica che deve andare di pari passo con un confronto su intermodalità, porti e interporti, aree logistiche integrate, per connettere la Puglia, il Sud e l’Italia al resto dell’Europa. Chiediamo alla rappresentanza delle imprese di elevare il livello del dibattito e non attardarsi su richiesti davvero irricevibili che avviliscono lavoro, salari e dignità delle persone”.