A distanza di quarant’anni, chi ha vinto? Coloro che hanno rinnegato il proprio passato o chi è rimasto sempre dalla stessa parte? Sono queste le risposte che emergono dal racconto di Gianni Forte: un’esperienza di vita e di impegno lunga 40 anni. Storie che compongono un mosaico ancora più grande, di chi ha scelto di vivere i fatti che hanno segnato la storia del Paese non da spettatore, ma rimanendo sul palcoscenico e non sempre con i riflettori puntati addosso. Aneddoti e simpatici retroscena, avvenimenti spesso dimenticati per il rincorrersi frenetico di notizie che si sovrappongo, alimentando un preoccupante vuoto di memoria collettiva, che spesso induce a considerazioni affrettate. Senza memoria non c’è modo di tenere lo sguardo lungo sul futuro.
“Fare sindacato vuol dire schierarsi, essere di parte” spiega Forte: significa non godere del favore di tutti. Un vissuto fatto di esperienze in prima linea, nel rapporto diretto con i bisogni di gente povera e che senza il sindacato lo sarebbe ancora di più. Ma anche di lotte di popolo come quelle dei braccianti negli anni ’70 per i contratti e contro il caporalato, in una realtà come l’area occidentale della provincia di Taranto, dove alle trasformazioni intervenute in agricoltura seguiva un modo cinico e perverso di organizzare lo sfruttamento della manodopera. Ma nel percorso di esperienze del protagonista si incrociano storie legate alla città di Taranto nella fase dell’amministrazione Di Bello fino al clamoroso dissesto, all’ILVA dopo l’avvento della privatizzazione, con la più grande operazione di ricambio generazionale mai avvenuta nella forza lavoro di una grande fabbrica. Che futuro avrà l’ILVA? Sarà possibile conciliare il bisogno di salute e di lavoro? Quale rapporto fra fabbrica e città? Attraverso un’analisi attenta e obiettiva si offrono spunti interessanti per una discussione destinata a non esaurirsi in tempi brevi, per una vicenda su cui si gioca il futuro dell’industria italiana e del modello di sviluppo imposto negli anni ’60.
Già segretario generale della Cgil Puglia, Gianni Forte ha un'esperienza pluridecennale di militanza e impegno sindacale, avendo svolto attività sindacale in Cgil sin dal 1977. Ha diretto la Federbraccianti e la Camera del lavoro di Taranto e, a livello regionale, la Flai e la Cgil. Ha già pubblicato Storie di braccianti (1996) e il romanzo Uno dei tanti (2007).