Lavoro e diritti, chiusa consultazione iscritti. Ora le firme per una legge e tre referendum

Purtroppo i numeri diffusi dall’Inps ci danno ragione: terminata la fase dell’esonero contributivo totale, le assunzioni e le stabilizzazioni a tempo indeterminato sono già in calo anche in Puglia. Serve ben altro per rilanciare un’occupazione stabile, a partire da quel che propone la Cgil nella sua Carta dei diritti: ricomporre un mondo lavoro sempre più diviso e precario, riunificando i diritti ed estendendo quelli fondamentali a prescindere dalla forma del rapporto. Una proposta che ha trovato largo consenso nella consultazione straordinaria promossa tra i nostri iscritti e terminata lo scorso 19 marzo”.

Gianni Forte, segretario generale della Cgil Puglia, cita i dati dell’Osservatorio precariato dell’Inps e ricorda l’allarme lanciato il giorno di inizio della mobilitazione a sostegno della Carta. “Quando sarà cessata la decontribuzione che fine faranno quei posti di lavoro se non si investe sulla competitività e sulla produttività del sistema industriale nella nostra regione?”. Ebbene rispetto allo scorso anno, gennaio 2016 ha fatto registrare un meno 37,7% di assunzioni a tempo indeterminato e un meno 12,4% di trasformazioni. “Di contro – sottolinea Forte – i voucher venduti solo nel primo mese nella nostra regione sono stati oltre 413mila, il 40% in più del 2015. Sempre più occupazione precaria e povera, contro cui si batte la Cgil con la sua proposta di nuovo statuto del lavoro, che ha trovato larghissimo consenso tra i lavoratori”.

In Puglia sono state 1.690 le assemblee tra luoghi di lavoro e territori, e 115.852 i votanti. “Abbiamo ora un mandato forte da parte dei lavoratori per la proposta di legge di iniziativa popolare e per richiedere tre referendum: il primo per l’abolizione dei voucher, il secondo per abrogare le norme che limitano le responsabilità negli appalti, il terzo per reintrodurre il reintegro al lavoro in caso di licenziamento illegittimo. Già dal 9 aprile avvieremo la raccolta delle firme – conclude Forte -. Siamo certi che il sostegno andrà oltre i nostri iscritti e i lavoratori. E’ una battaglia di civiltà che investe tutti, per rilanciare una discussione sul lavoro, sulla sua funzione sociale nel nostro Paese, secondo noi improrogabile per arrestare un declino e un impoverimento che colpisce soprattutto le regioni del Mezzogiorno e dal quale si esce solo investendo sulla buona occupazione e sostenendo i redditi e le pensioni”.