Basta ghetti in Puglia, Cgil e Flai lanciano allarme su utilizzo fondi Pnrr

27-10-2022 13:59:09

La Cgil Puglia lancia l’allarme sulla sorte dei fondi per il superamento dei ghetti rurali stanziati dal Ministero del Lavoro nell’ambito del Pnrr e chiama a sostegno la Flai e la confederazione nazionale. “Dei 200 milioni totali 115 milioni sono destinati alla Puglia e la gran parte di questi, 105 milioni, alla Capitanata. Non possiamo perdere questa occasione di cancellare dalle mappe della regione questi luoghi”, ha premesso il segretario generale della Cgil pugliese, Pino Gesmundo, nel corso di una conferenza stampa indetta con lo slogan “Basta ghetti in Puglia” presso la pista di Borgo Mezzanone, dove insiste il più grande insediamento informale di lavoratori stranieri, che nel periodo delle grandi raccolte arriva a ospitare fino a 4000 persone.

“Questa attenzione è importante per noi, ma basta chiamarci migranti, siamo operai senza diritti, senza sicurezza della salute, siamo qui per lavorare, dare il nostro contributo al Paese”, ha ricordato Wagghy Bajankey, uno dei lavoratori del ghetto che collabora con la Flai di Foggia. “A me i ragazzi chiedono sempre una cosa: quando ci porteranno via di qui, chi ci trova il lavoro? Questo è il primo pensiero. Nessuno vuole stare qui, ma quando non hai documenti, sei invisibile, anche i caporale diventa un riferimento. Serve allora accoglienza, ma serve anche lavoro, trasporto, altri servizi”.

“Non è la prima volta che ci ritroviamo qui e affrontiamo tema superamento insediamenti informali, un modo edulcorato per definire quelli che sono ghetti insalubri – ha sottolineato Gesmundo -. Siamo preoccupati per la tempistica perché abbiamo paura che i Comuni non siano in grado di utilizzare al meglio le risorse, o non utilizzarle proprio. Entro dicembre vanno presentati i progetti,  e noi vigileremo perché questa straordinaria occasione non venga persa, siamo pronti a mobilitare tutti i lavoratori, non solo quelli stranieri, non solo chi vive nei ghetti. Crediamo che la vertenza ghetti in Puglia sia un tema nazionale vivendo in questo territorio un terzo della popolazione censita in tutto il Paese in questo Paese. Per questo motivo per noi è importante l’attenzione e la presenza oggi del segretario generale della Flai nazionale e della segretaria confederale della Cgil nazionale. Abbiamo bisogno del loro contributo perché questi lavoratori hanno come punto di riferimento solo la Cgil per migliorare loro condizione”.

Un impegno ribadito da Giovanni Mininni: “la Flai sono anni che conduce queste battaglie insieme alla Cgil per prevenire sfruttamento e migliorare condizione di lavoro e di vita degli operai agricoli. Abbiamo ottenuto la legge 199 contro il lavoro nero e il caporalato che vede però la parte preventiva poco applicata, e guardava proprio al superamento dei ghetti, alle condizioni di chi viene qui a produrre ricchezza per il nostro settore agricolo. Con un servizio di collocamento che deve portare questa filiera dello sfruttamento nella legalità, nelle regole”. Impegni disattesi a sei anni dall’approvazione della legge, afferma Mininni, “che ci dice che lo Stato forse si è arreso. Basta girare in questi luoghi per capirlo, e non può essere così, non ci si può arrendere. La fase repressiva funziona ma non basta. Molte imprese agricole competono sullo sfruttamento, altrimenti non starebbero in piedi. Allora dovrebbero mobilitarsi anche le associazioni datoriali per pulire l’economia da chi fa dumping. Serve una forte volontà politica per aggredire il problema”.

Volontà politica che non risponde alle idee dell’attuale Governo, teme la segretaria nazionale della Cgil, Tania Scacchetti. “ La politica, le istituzioni, sono sembrate lontane da questi fenomeni. La Puglia è la regione con maggiore emergenza ma lo dico, è un tema nazionale non solo regionale, è una lotta di tutta la Cgil in tutto il paese. Si esce da qui, dai ghetti, con un progetto, cominciando a cambiare le leggi che governano le politiche migratorie. C’è un sistema che beneficia dell’illegalità, la alimenta, la riproduce. E penso a quel sistema di imprese che sfrutta questa manodopera. Oggi ci sono le condizioni per superare tutto questo, ci sono le risorse, ma servono i progetti e un’azione collettiva. Inclusione è uno dei punti cardine del Pnrr, per superare disuguaglianze e ingiustizie. E se non da questi luoghi in Puglia da dove partire? Faremo insieme alla Cgil Puglia tutto quello che c’è da fare, anche le mobilitazioni, per rivendicare una responsabilità delle istituzioni, della politica, delle parti datoriali”.


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