Congresso Cgil Puglia, "le nostre proposte per affrontare le emergenze dei nostri territori"

L'articolo de La Gazzetta del Mezzogiorno del 24 gennaio di presentazione dei lavori congressuali della Cgil Puglia

26-01-2023 12:53:05

«Il congresso per la nostra organizzazione non sarà mai momento rituale: è strumento di democrazia interna, di confronto sulle proposte programmatiche, di azione politica e sindacale, per rispondere alle emergenze che attraversano il Paese e i nostri territori». Lo presenta così il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, il XIII congresso regionale che il sindacato del quadrato rosso si prepara a celebrare i prossimi 24 e 25 gennaio a Bari con la partecipazione della segretaria nazionale Francesca Re David e le conclusioni del segretario generale Maurizio Landini. Nella due giorni non solo il dibattito dei delegati: gli interventi del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e del Presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro; ma anche due approfondimenti su sicurezza e legalità, con la presenza del Viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, e sul Pnrr con il Ministro degli Affari Europei e delle Politiche di Coesione, Raffaele Fitto.

«Arriviamo a questo congresso dopo aver tenuto 1380 assemblee di base, nei luoghi di produzione e nei territori che hanno coinvolto centomila tra lavoratori e pensionati - spiega Gesmundo -. Oltre le proposte che la Cgil ha per affrontare la pandemia salariale, il precariato, il nodo pensioni, le politiche fiscali, la difesa del pubblico che deve essere centrale e prevalente in settori fondamentali come il diritto alla salute e all’istruzione, il dibattito ha risentito delle condizioni di contesto. La guerra e le tensioni internazionali, il caro energia che ha spinto l’inflazione, che erode redditi da lavoro e pensioni e spinge sempre più persone vicino alla soglia della povertà».

Una fase recessiva dopo la ripresa post pandemia che mette a rischio gli obiettivi degli investimenti pure programmati con il Pnrr e i fondi del Por 2021-2027. «Siamo impegnati in un confronto con le istituzioni e le parti sociali affinché quelle risorse siano spese bene e subito, per colmare divari territoriali e sociali - ricorda il segretario generale della Cgil Puglia -, per affrontare le improrogabili transizioni energetiche ed ecologiche, che significa processi che se non governati rischiano di determinare ulteriori macerie sociali. Pensiamo all’Ilva, alla centrale di Cerano, alle tante imprese energivore del settore chimico, o come tutto questo sta determinando in altri la necessità di riconvertire le proprie produzioni. Ecco dobbiamo fare tutto questo e nello stesso tempo affrontare le nuove crisi produttive, sapendo che non possiamo perdere un solo posto di lavoro in più».

Centrale per la Cgil il ruolo che deve svolgere il pubblico: «Ma possiamo perder tempo a discutere di autonomia differenziata, una riforma folle che acuirebbe divari territoriali, mentre le famiglie non riescono più ad arrivare alla fine del mese perché si trovano ad affrontare costi delle utenze energetiche esplose? Anche pezzi di ceto medio prima garantito è sempre più in difficoltà. Pensiamo ai giovani che vivono di lavoro precario, malpagato, intermittente. O ai pensionati che vivono in Puglia con una pensione media di 900 euro lorde. È evidente allora che vanno estese le tutele sociali, che la sanità deve essere rispondere ai bisogni delle persone, non possiamo continuare con liste d’attesa che rimandano sine die esami e visite specialistiche, che di fatto si traducono in mancata cura per chi non può permettersi di ricorrere al sistema privato e a pagamento».

E mentre la Cgil è schierata contro la riforma Calderoli, «in una fase di spesa a valere sui fondi del Pnrr e dei fondi europei - rimarca Gesmundo -, dobbiamo necessariamente affrontare il tema dei divari interni alla regione. Sia in termini di attrattività di nuovi investimenti produttivi che di dotazione di infrastrutture materiali e immateriale. E se lavoratori saranno espulsi da processi produttivi, mettere in campo politiche di formazione per riconversioni professionali». «Le risorse - prosegue - ci sono, abbiamo le nostre idee, le nostre piattaforme elaborate a livello provinciale, che affrontano tutti i nodi sociali ed economici. Un patrimonio che mettiamo a disposizione dei decisori politici, delle controparti. Siamo sindacato di programma, vogliamo dare il nostro contributo ad aumentare la qualità della vita di tutti i pugliesi. E non smetteremo di svolgere il nostro ruolo di rappresentanza, lo dico a chi pensa di intimidirci con minacce e offese. Questi metodi fascisti li conosciamo, li abbiamo affrontati, e anche questa - come altre volte nella storia del Paese - la Cgil sarà un baluardo della partecipazione democratica e del confronto, in una fase di forte malessere sociale che qualcuno pensa di cavalcare con finalità violente e sovversive».

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