Contrasto alle mafie, Cgil Puglia: investire su protagonismo e autonomia cittadini

Per il Segretario generale Pino Gesmundo “dovremmo una volta per tutte affrontare fuori dai circuiti convegnistici i temi della marginalità sociale, della povertà, della mancanza di lavoro, che sono il terreno fertile su cui le mafie sfruttano il bisogno e la disperazione di tante persone. Ci aspettiamo allora azioni concrete che favoriscano l’occupazione di qualità, colmino il divario sociale e territoriale, potenzino i sistemi di protezione sociale per i più indigenti”

18-01-2022 09:58:30

“L’azione di contrasto alla criminalità deve naturalmente trovare risposte adeguate da parte dello Stato in termini di organizzazione dei propri uffici per meglio costruire azioni di prevenzione e repressione, ma deve sempre più uscire dal rito dei confronti istituzionali e aprirsi al dialogo costante e continuo con i cittadini, i soggetti della rappresentanza sociale, la rete delle associazioni, in un lavoro di confronto con il territorio che permetta da un lato di far mettere radici diffuse all’antimafia sociale, dall’altro di affrontare anche temi che se non legati ai fenomeni mafiosi sono spie di un sistema fragile alle penetrazioni criminali”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, a margine della presenza a Foggia del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

 

“La presenza della responsabile degli Interni è un segnale importante di attenzione per una provincia stremata dalla soffocante presenza di più organizzazioni mafiose che compromettono anche le speranze di sviluppo, emergenza che riguarda tutta la Puglia, perché inquinano le economie legali, sottraggono risorse alla collettività, generano sfiducia nelle istituzioni – prosegue Gesmundo -. A questo contribuisce un sistema della politica spesso prostrato agli interessi illegali – 23 amministrazioni comunali sciolte in Puglia per infiltrazioni mafiose dall’istituzione della legge, 4 di queste solo nel 2021 – mentre per chi si oppone ci sono minacce - 55 i casi di amministratori oggetto di intimidazioni nel 2020 nella nostra regione”.

“Dovremmo una volta per tutte affrontare fuori dai circuiti convegnistici i temi della marginalità sociale, della povertà, della mancanza di lavoro, che sono il terreno fertile su cui le mafie sfruttano il bisogno e la disperazione di tante persone. Se tutti conveniamo su questo, aspettiamo allora azioni concrete che favoriscano l’occupazione di qualità, colmino il divario sociale e territoriale, potenzino i sistemi di protezione sociale per i più indigenti”

Ancora, “un’azione di intelligence che incroci banche dati, che analizzi origine dei patrimoni, per non scoprire poi che questa o quell’azienda sono condotte da pregiudicati, che fanno dumping alle imprese sane che rispettano contratti e regole e vessano i propri dipendenti, cui sono sottratte quote di salario e diritti. Anche in questo caso sfruttando il bisogno di un reddito a qualunque costo. Questo è per noi andare incontro ai cittadini, far avvertire la presenza dello Stato, offrire a tutti l’autonomia e la libertà di poter dire no a dinamiche criminali di qualunque natura. Perché o si lavora per tenere assieme legalità e giustizia sociale, o quella alle mafie sarà una lotta monca”.

“Siamo in una fase delicata della vita del Paese – conclude il segretario generale della Cgil Puglia – in cui forte si alza l’allarme da parte della magistratura sugli interessi malavitosi alle enormi risorse legate al Pnrr e ai fondi strutturali. Occorre vigilare affinché questa straordinaria occasione di crescita economica e sociale del Paese non possa essere inficiata, ma per farlo chiediamo conoscenze e trasparenza rispetto alle risorse, alle progettualità, alla gestione, affinché anche i cittadini e i soggetti della rappresentanza siano coinvolti, messi nelle condizioni di svolgere un ruolo di indirizzo e controllo, e non semplici spettatori”.


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