Dpcm su attività  essenziali, Gesmundo: in Puglia tante imprese scelgono di chiudere

Il segretario generale della Cgil Puglia: Dalla Cnh alla Bosch, dalla Marelli alla Masmec stanno sospendendo produzioni. Anche Mittal sta definendo accordo per riduzione attività. Dove non c’è sicurezza sosterremo le mobilitazioni che saranno decise dai lavoratori con le categorie

24-03-2020 10:24:07

“Quanto accaduto con il Dpcm del 22 marzo, prima concordato dal Governo con le parti sociali e poi modificato a seguito di una lettera di Confindustria, è un palese cedimento della politica agli interessi di una parte, contro ogni regola di buon senso. Il sindacato aveva concordato  un elenco di attività non essenziali che avrebbero potuto chiudere usufruendo degli ammortizzatori sociali, elenco poi stravolto e che sostanzialmente lascia quasi campo libero agli imprenditori di decidere. In spregio al ruolo e alla responsabilità che il sindacato unitario sta manifestando e che guarda alla salute dei lavoratori e cerca di contemperare le ragioni dell’economia”. E’ quanto afferma Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia, che ricorda “come tanta parte di quelle piccole, medie e grandi attività è insediata nelle zone dove più forte è la diffusione del virus e quindi più alto il rischio del contagio per chi sarà costretto a spostarsi ricorrendo a mezzi pubblici, condividendo spogliatoi, capannoni produttivi. Di nostro stiamo provvedendo ad attivare le Prefetture affinché si proceda alla definizione, secondo i codici Ateco, delle attività davvero essenziali operanti sul nostro territorio, così come prevede il Dpcm”.

“Ci conforta comunque il segnale che arriva dalla Puglia, dove tante imprese, anche grandi, hanno deciso di chiudere ricorrendo alla cassa integrazione, anche sulla forte azione delle nostre rappresentanze dei lavoratori e delle categorie. Dalla Cnh e tantissime aziende della zona industriale di Bari: Graziano Trasmissioni, Brovedani, Skf, Marelli, Masmec per la parte legata all’automotive. Alla Mittal si stanno sottoscrivendo accordi per la riduzione delle attività così come in tanti altri siti. Questo dice anche del ritardo di rappresentanza che manifesta ancora una volta Confindustria rispetto ai suoi stessi iscritti e più in generale al mondo delle imprese. Resta prioritario che lì dove non si rispetta quanto previsto nel Protocollo per la sicurezza che pure avevamo sottoscritto unitariamente lo scorso 14 marzo, le attività vanno almeno sospese fino al ripristino di tutte le misure a garanzia e tutela dei lavoratori. Si chiedeva la sospensione di due settimane per le attività non essenziali, alla decisione unilaterale del Governo stanno rispondendo oggi i lavoratori con scioperi in tante aziende della Lombardia. Il Governo recuperi credibilità al più presto che ne ha bisogno il Paese in una fase così difficile. Da parte nostra continueremo a svolgere la nostra azione con responsabilità ma senza fare sconti. La salute di chi lavora viene prima di tutto. Dove non prevarrà la responsabilità, non esiteremo a sostenere le mobilitazioni dei lavoratori fino alla dichiarazione dello sciopero”.


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