Emergenza lavoro: Cgil Cisl Uil Puglia sollecitano la Regione, Vendola li convoca

01 -07-2014

A stretto giro di posta. Prima la nota unitaria di Cgil Cisl Uil Puglia, in cui si denunciava la mancata risposta della Regione alla missiva inviata dai sindacati a metà giugno, nella quale si denunciava il rallentamento delle azioni di contrasto alla crisi e di sostegno al lavoro e la richiesta di un confronto urgente. Quindi stamattina la notta diffusa dall'ufficio stampa della Regione, con la notizia dell'avvenuta convocazione dei sindacati confederali per lunedì 7 luglio alle ore 13. Un incontro sul tema "iniziative regionali per il contrasto alla crisi economica" allargato agli assessori Capone, Caroli, Giannini, Nicastro e con la presenza della vicepresidente Barbanente.

 

Di seguito il testo della nota diffusa nella giornata dell'1 luglio da Cgil Cisl Uil Puglia.

 

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Nessuna risposta è ancora arrivata da parte del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola alla lettera inviatagli lo scorso 12 giugno dalle segreterie regionali di Cgil Cisl e Uil in cui veniva denunciato proprio il rallentamento da parte della Presidenza del confronto con le organizzazioni sindacali sulla drammaticità della situazione pugliese dal punto di vista occupazionale che appare affrontata in maniera ancora troppo blanda e comunque non corrispondente ai bisogni ed alle aspettative di larghe sacche di disagio. Di fronte ad una emergenza così devastante, non si nota un’attenzione e una dedizione da parte delle Istituzioni e del Governo.

 

Siamo convinti che, anche a livello regionale, si potrebbe fare molto di più.

 

Ci sono settori del sistema produttivo che continuano a mostrare preoccupanti cedimenti non compensati dai pur apprezzabili risultati ottenuti dai settori innovativi. Per cui la forbice si va sempre più allargandosi, facendo mancare quelle occasioni di lavoro capaci di dare risposte ad una massa crescente di disoccupati, molti dei quali hanno perso anche la possibilità di accesso agli ammortizzatori. Ancor peggio per i giovani, costretti o ad emigrare o ad accettare qualsiasi lavoro spesso senza tutele e garanzie. Tutto ciò non fa altro che contribuire ad incrementare le sacche di lavoro nero e dello sfruttamento che in alcuni settori degenera nella schiavizzazione della manodopera. Eppure ci sono stati momenti in cui il confronto ha determinato una forte accelerazione dell’azione di governo. Non sfuggirà l’accordo per il Piano Straordinario per i fruitori di   ammortizzatori sociali in deroga, mentre dell’impegno a sbloccare i cantieri  si sono perse le tracce. Si tratta di percorsi che hanno subito forti e preoccupanti rallentamenti per una serie di cause che è necessario affrontare e rimuovere.

 

Come ripetutamente si ripete, la creazione di lavoro deve diventare l’imperativo assoluto: da un lato attivando cantieri di pubblica utilità, dall’altro accelerando la realizzazione di opere già finanziate. Si tratta, cioè, di dare i connotati dell’urgenza ad un’attività di governo che, a nostro avviso, andrebbe rilanciata. Certo, comprendiamo le difficoltà che gli irragionevoli limiti imposti dal Patto di stabilità determinano e, come abbiamo sempre fatto, sosteniamo la battaglia  per ottenerne l’alleggerimento, a partire  dalla spesa per i fondi comunitari. Ma anche su questo versante sarebbe interessante che, alla denuncia dell’impossibilità di spesa, si accompagnasse l’indicazione di quali progetti risultano fermi, con relativa stima della ricaduta occupazionale che determinerebbero.

 

LINK - La lettere inviata da Cgil Cisl Puglia a Vendola e Caroli

 

 


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