Forte: in Puglia 4 miliardi ancora da spendere. Ecco i soldi per creare nuova occupazione

07 -10-2013

Viviamo una fase molto confusa dal punto di vista politico, incerta e instabile dal punto di vista economico. A farne le spese è la parte più indifesa della società e tutto quello che ruota intorno al lavoro su cui si scaricano le debolezze del sistema. Il Paese è ancora in recessione, cresce il disagio, crollano i consumi, aumenta la disoccupazione e non sono certo questi presupposti che possono alimentare la speranza del cambiamento, bensì prendono il sopravvento la sfiducia e lo sconforto. In questo scenario la Cgil è impegnata a ritagliarsi uno spazio di iniziativa che punti alle soluzioni, perché il nostro ruolo è quello del far valere l’interesse delle persone che rappresentiamo e che in questa fase difficile che viviamo attraversano solchi troppo accidentati. Si paventa una ripresa che nessuno riesce a percepire mentre crescono le disuguaglianze che sono la causa della crisi e non l’effetto. Come uscire da questa situazione?

 

Una delle regole dell’economia dice che il valore sta nello scambio e non nella produzione, per cui più che gli incentivi alle imprese per nuove assunzioni e non si capisce per produrre cosa, è necessario rilanciare la domanda agendo sulla leva fiscale redistribuendo il reddito a favore dei lavoratori e dei pensionati e incentivando gli investimenti. Tutto ciò è ancora più vero nel Mezzogiorno, un’area la cui economia dipende maggiormente dai consumi interni e meno dalle esportazioni. La legge di stabilità deve dare risposte su questo versante, così come vanno affrontati i  nodi legati alla politica industriale, attraverso interventi finalizzati ad attrarre investimenti ad attivare l'innovazione e a risolvere quelle che sono le vere difficoltà delle imprese sul fronte dell’ accesso al credito, dei costi dell’energia, della carenza di servizi e infrastrutture.

 

Anche in Puglia bisogna pensare ad un nuovo modello di sviluppo industriale che scelga le priorità puntando su produzioni fortemente legate al territorio e da questo punto di vista l’agroalimentare rappresenta un riferimento;  così come va valorizzato il territorio perché se è vero che le scarpe del Salento si possono produrre in ogni altra parte del mondo, è anche vero che il clima, il mare, i beni ambientali, paesaggistici e culturali pugliesi non si potranno mai esportare, ma vanno valorizzati anche attraverso lo sviluppo del manifatturiero.

 

La Puglia è nelle condizioni di favorire questi processi ? Certamente sì, sulla base delle politiche messe già in campo dalla Regione, delle risorse già spese e di quelle ancora da spendere. Rispetto alla vecchia programmazione 2007- 2013 ci sono ancora 4 miliardi complessivamente da spendere per il biennio 2014-2015, se il patto di stabilità, i cui vincoli vanno allentati, non ne comprometterà la spesa. Si tratta di risorse importanti, anzi fondamentali che vanno utilizzate con l’unico obiettivo di creare occupazione partendo dai bisogni di quella enorme platea di lavoratori che hanno usufruito degli ammortizzatori sociali in deroga  e che ora sono senza salario e senza lavoro. A questi lavoratori più che il sostegno al reddito, bisogna dare opportunità concrete di lavoro.

 

L’obiettivo è creare un lavoro minimo per tutti. Per cui questi soldi vanno spesi con criterio: innanzitutto, trattandosi di somme in parte già impegnate, è necessaria una ricognizione di tutti i progetti al fine di velocizzarne la spesa rimuovendo ogni ostacolo che può bloccarne l’utilizzo da subito. In questa fase abbiamo bisogno di puntare tutto sulla qualità della spesa e sulla crescita dell’occupazione. Anche la nuova programmazione 2014-2020, su cui cominciamo ad accusare già qualche ritardo, deve puntare ad individuare progetti finalizzati alla rimozione dei problemi strutturali della nostra economia, quindi progetti strategici che lascino il segno sul fronte della qualità dello sviluppo e del lavoro. Questo significa che devono poter essere realizzati già dal primo anno della nuova programmazione.

 

La Cgil è impegnata con il suo “Piano per il Lavoro” ad indicare i percorsi che sui territori possano in maniera concreta concorrere alla creazione di lavoro, un lavoro che come dice Papa Francesco è dignità  e per il quale è necessario lottare.

 

Gianni Forte – Segretario Generale CGIL PUGLIA


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